lunedì 12 ottobre 2009

Que reste-t-il II







Noto con OVVOVE come alcuni capisaldi a cui è abbarbicato il romanticismo che la mia generazione ha creduto a torto o a ragione di praticare, non solo non sono affatto condivisi dai marmocchi mocciosi delle più recenti, ma ne risultano bellamente ignorati e sbertucciati. Al punto che un marmocchio moccioso arriva a chiedersi se il "Que reste-t-il" riportato nel post precedente l'abbia per caso scritto io. Ma si può? No, dico: ma si può? Oltretutto è una canzone talmente famosa che non posso nemmeno tentare di bullarmela per far colpo sul predetto, magari dicendo " Tu vois, mon petit chou, a tempo perso mi diverto a schiccherare qualche lirica in francese. Ma robetta, eh?".
Sarei sgamato subito, e giustamente, sacrosantemente messo alla berlina.
E allora si sappia che il testo è di una celeberrima canzone di Charles Trenet, a sua volta celeberrimo chansonnier e paroliere francese che calcò le scene dal 1930 fino a poco più di un decennio fa. Di tutti i suoi innumerevoli successi, " Que reste-t-il" è uno dei più celebri e celebrati. Anche se pochi sanno si tratti di una canzone a tematica gay, che l'autore, gay lui stesso, dedicò alla malinconia dei tanti, dei troppi amori sbocciati fra uomini e rivelatisi presto o tardi impossibili.
Delle tante versioni esistenti, propongo quella di Dalida sapendo di fare cosa gradita al mio Canarino.

9 commenti:

  1. Mio caro Ganazzo, le nuove generazioni hanno plasmato il loro romanticismo su canzoni della Madonna con titoli tipo "Give It To Me", non so se mi spiego...

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  2. What are you waiting for?
    Nobody’s gonna show you how
    Why work for someone else
    To do what you can do right now?

    Got no boundaries and no limits
    If there’s excitement, put me in it
    If it’s against the law, arrest me
    If you can handle it, undress me

    Don’t stop me now, don’t need to catch my breath
    I can go on and on and on
    When the lights go down and there’s no one left
    I can go on and on and on

    Give it to me , yeah
    No one’s gonna show me how
    Give it to me, yeah
    No one’s gonna stop me now

    Ma anche...

    Ci fanno compagnia certe lettere d'amore
    parole che restano con noi,
    e non andiamo via
    ma nascondiamo del dolore
    che scivola, lo sentiremo poi,
    abbiamo troppa fantasia, e se diciamo una bugia
    è una mancata verità che prima o poi succederà
    cambia il vento ma noi no
    e se ci trasformiamo un po'
    è per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare a stare con noi,
    siamo così
    è difficile spiegare
    certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui,
    con le nostre notti bianche,
    ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si".

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  3. @ Miss Marple: bentornata dal convegno alle Curili. Mah, a volte siamo davvero dei vecchi tromboni, a pretendere che le nuove generazioni condividano i nostri fondamentali. Se penso che alla fine per coerenza dovrei imporre loro anche "Maledetta primavera" della Goggi o "E la luna bussò" della Bertè, vengo assalito dai sensi di colpa. Anche perchè alla loro età ascoltavo i Soft Cell, i Discharge, gli Omega Tribe e i Dead Kennedys. Alla fine aveva ragione la mia solita bisnonna, quella che diceva " Quando il culo diventa frusto, il romanticismo diventa giusto".
    (Ps: non lo trova un amore, il commento di Poto? Sarà che non capisco l'inglese, ma stravedo per la Mannoia)

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  4. ahiahiahi, ma non è vero... ditemi che non è vero... possibile che c'è qualcuno che non conosceva questa canzone? la giovinezza non è una scusante... scusate, ma non è possibile...

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  5. e la luna bussò alle porte del buio
    fammi entrare! lui rispose di no
    ed allora provò dove c'era il silenzio
    ma una voce sguaiata disse: non è più tempo
    quindi spalancò le finestre del vento e se ne andò
    a cercare un po' più in là
    qualche cosa da fare
    dopo avere pianto un po'
    per un altro no, per un altro no
    che le disse il mare...

    ah quanto ho amato quella canzone...

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  6. Edgarello, ma allora non sei così giovane come sembri! ;-)

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  7. Tu si ‘na cosa grande pe’ me
    ‘na cosa ca’ mma fa’ nammura’
    ‘na cosa ca’ si tu guard’ a’ mme
    me ne moro accussi’
    guardann’ a te
    Vurria sap’e’ ‘na cosa da te
    pecch’e’ quann’o me guardi accussi’
    si pure tu te sient’muri’
    nun’m dice e nun m’o fai capi’
    ma pecche’
    E dillo’ ‘na vota sola
    si pure tu stai tremann’
    dillo c’a me voi bene
    comm’ io, comm’ io, comm’ io,
    vojo bene a te

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    Fotografando
    questa porta aperta
    sulla sabbia bianca
    e i bastimenti immagini lontane
    che se ne vanno lenti
    su quella divisione
    fra la terra e il mare
    ormai così pulita
    che sembra una ferita.
    Fotografando
    un gabbiano che passeggia
    sopra le tue impronte
    vedo il confine
    fra le tue labbra e il mio cuore
    ormai così distante
    che sfiora l'orizzonte
    come vorrei gridare forte
    tu che dicevi che non serve a niente
    come vorrei odiarti adesso
    ma basterebbe solo averti qui
    per darti anche quello che non ho.

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    Per quanto riguarda la prima all'epoca io non c'ero ancora, ma l'ho scoperta un giorno e l'ho trovata ancora straordinariamente moderna con quella sua rischiesta di chiarezza da parte dell'altro, la seconda fa parte del "mio repertorio", per il periodo storico, per la persona che la cantava, per tutte le volte che mi ha fatto compagnia.
    Confesso, nemmeno io conoscevo la tua "Canzona Franciosa", ma le canzoni e le poesie hanno il bello che possono attraversare il tempo, in qualche modo non muoiono mai perchè di volta in volta possono dare voce sempre a nuovi sentimenti.

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  8. Non vi propongo il testo di serenata rap, perchè vi voglio bene, ma sappiate che credo sia stata la prima canzone d'amore a farmi battere il cuoricino (avevo 8 anni).
    Poi mi sono anche evoluta, ma quella mi scatena commozioni irrefrenabili anche adesso (e nel mentre penso: che scemaaaa!)

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  9. Fratellone adorato, io ti dico semplicemente GRAZIE per aver postato il video della versione di Jolanda Cristina Gigliotti in arte Dalida...

    :-***

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