Quanti erano i sette nani? E quanti i sette re di Roma? E quanti i tre re Magi? Per le prime due domande la risposta è abbastanza semplice, per la terza potrebbe esse più complicata del previsto. Com'è noto, tra i Vangeli canonici solo quello di Matteo ricorda che un numero imprecisato di Magi , cioè di saggi e sapienti astrologi , partirono da lontano, andarono a visitare Gesù bambino recandogli in dono oro, incenso e mirra, e adorandolo. E' probabile che l'autore del testo avesse confezionato il raccontino con intenti apologetici e metaforici, per calcare la mano sulla natura divina del Bambinello e sull'universalità della sua missione futura.
Fatto sta che ciò che era stato concepito come exemplum didascalico fu precocemente accolto come cronaca veritiera ed indiscussa. Quel che è peggio, ognuno ci mise del suo, facendo venir fuori un gran guazzabuglio. Tanto per cominciare, siccome parlar di astrologi non sembrava fine, i Magi diventarono re già prima del VI secolo, e anno dopo anno sempre più ricchi e potenti. Siccome Matteo aveva parlato di tre doni, veniva naturale pensare che a portarli fossero tre re, giunti da luoghi lontani e favolosi. Il tardivo apocrifo Vangelo armeno dell'infanzia, compilato fra il VI ed il IX secolo, è il primo a descriverne dettagliatamente lo sfarzo e l'opulenza. Secondo l'autore, i tre re sono tre fratelli, ognuno dei quali si muove con un esercito di quattromila cavalieri. Quattromila, mica bruscolini. Che moltiplicato per tre fa dodicimila, non so se mi spiego. Il primo re è sovrano della Persia, e si chiama Melkon: porta in dono mirra, aloe, mussola, porpora, lino e libri scritti e sigillati dalla mano di Dio. Il secondo è Kaspar, sovrano delle Indie, e porta le preziose spezie che si fanno da quelle parti: nardo, cannella, cinnamomo, profumi rarissimi e incenso. Il terzo è Balthasar, re dell'Arabia, con gran quantità di oro, argento, pietre preziose, zaffiri e perle. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma quel disgraziato di Giuseppe, come avrà fatto a dilapidare un simile malloppo? Qual'è il problema? E' che nel sesto secolo , in un codice siriano intitolato "La caverna dei tesori", i Magi sono: Hormuz di Makozdi re di Persia; Azdegerd re di Saba e Peroz re di Seba. Che saranno re, ma anche gran farabutti: per non arrivare da Gesù bambino a mani vuote svaligiano la caverna sul monte Nud dove Adamo ed Eva avevano stipato le ricchezze sottratte al Paradiso terrestre al momento della loro cacciata. Anche loro, due però, santa pazienza, con tutte 'ste ricchezze nella caverna, e fare quella vita da disgraziati. Non è finita qui: più o meno in contemporanea con il testo siriano, il Grecia lo Pseudo-Dionigi Aeropagita afferma perentorio che i Magi erano dodici: ce ne risparmia i regni, ma ce ne infligge i nomi: Zaharwandad, Hormizd, Anzshatazp, Arshak, Zarwand, Arihò, Artahshishat, Mihruq, Ashirash, Nasardih e Merodak. Avessimo dato retta a lui, oggi spenderemmo una fortuna in statuine del presepio.
Fu forse qualche suo conterraneo balbuziente che, non riuscendo a pronunciare quelle astrusità, pensò bene di darci un taglio: li fece tornare al numero di tre, e li chiamò Damasco, Epoleo e Sereno; che è tutto un altro viaggiare. Lo stesso fecero i Copti dell'Etiopia, scegliendo nomi facili da pronunciare e da ricordare: Hor, Basanater e Karsudan. Un po' più complicati i siriaci, con i loro Larvandad, Hormisdas e Gushnasaph. Secondo il Commentario di Frisinga del X secolo, i tre re si chiamavano Magaloth, Galgaloth e Saracim. In Italia si pensò bene di chiamarli all'italiana, e così furono Fedele, Innocenzo e Misericordioso; però a Milano, dove vogliono sempre fare al contrario degli altri, diventarono Rustico, Eleuterio e Dionigi. Anche perché i milanesi dicevano di saperlo per certo, visto che ne custodivano le spoglie mortali nella basilica di Sant'Eustorgio, arrivate lì da Costantinopoli, dove ce li aveva portate Elena la madre di Costantino il Grande. Avida di reliquie, si era messa in testa di trovare quelle dei Magi. Va in Terrasanta e chiede: "scusate, sapete dove si trovano le reliquie dei Magi?". "Certo, eccole qua bell'e pronte: sarebbero dodici ma ce ne diamo tre proprio perchè è lei" le rispondono; e in più le rifilano la vera croce, la testa di San Giovanni Battista, il prepuzio del Bambin Gesù, il velo della Madonna e un altro bel po' di oggetti curiosi. Paga uno sproposito, ma è in grado di far schiattare d'invidia l'intero Ecumene. A Milano i corpi dei re Magi rimasero fino al 1162, poi il Barbarossa se li portò a Colonia , dove sono ancora adesso, come bottino di guerra. Però Marco Polo nel 1270 riferì che in una città vicino a Theran " son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior."
Resta da capire se ad imbrogliare sono stati i milanesi o i persiani.
Urca, è tardissimo! E io che devo ancora andare in giro a distribuire il carbone e i dolci, con 'sto freddo: speriamo che la scopa parta subito, và. E tanti cari, carissimi auguri a tutte le mie co-befane che passano da queste parti. Copritevi bene ragazze, mi raccomando!
Fatto sta che ciò che era stato concepito come exemplum didascalico fu precocemente accolto come cronaca veritiera ed indiscussa. Quel che è peggio, ognuno ci mise del suo, facendo venir fuori un gran guazzabuglio. Tanto per cominciare, siccome parlar di astrologi non sembrava fine, i Magi diventarono re già prima del VI secolo, e anno dopo anno sempre più ricchi e potenti. Siccome Matteo aveva parlato di tre doni, veniva naturale pensare che a portarli fossero tre re, giunti da luoghi lontani e favolosi. Il tardivo apocrifo Vangelo armeno dell'infanzia, compilato fra il VI ed il IX secolo, è il primo a descriverne dettagliatamente lo sfarzo e l'opulenza. Secondo l'autore, i tre re sono tre fratelli, ognuno dei quali si muove con un esercito di quattromila cavalieri. Quattromila, mica bruscolini. Che moltiplicato per tre fa dodicimila, non so se mi spiego. Il primo re è sovrano della Persia, e si chiama Melkon: porta in dono mirra, aloe, mussola, porpora, lino e libri scritti e sigillati dalla mano di Dio. Il secondo è Kaspar, sovrano delle Indie, e porta le preziose spezie che si fanno da quelle parti: nardo, cannella, cinnamomo, profumi rarissimi e incenso. Il terzo è Balthasar, re dell'Arabia, con gran quantità di oro, argento, pietre preziose, zaffiri e perle. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma quel disgraziato di Giuseppe, come avrà fatto a dilapidare un simile malloppo? Qual'è il problema? E' che nel sesto secolo , in un codice siriano intitolato "La caverna dei tesori", i Magi sono: Hormuz di Makozdi re di Persia; Azdegerd re di Saba e Peroz re di Seba. Che saranno re, ma anche gran farabutti: per non arrivare da Gesù bambino a mani vuote svaligiano la caverna sul monte Nud dove Adamo ed Eva avevano stipato le ricchezze sottratte al Paradiso terrestre al momento della loro cacciata. Anche loro, due però, santa pazienza, con tutte 'ste ricchezze nella caverna, e fare quella vita da disgraziati. Non è finita qui: più o meno in contemporanea con il testo siriano, il Grecia lo Pseudo-Dionigi Aeropagita afferma perentorio che i Magi erano dodici: ce ne risparmia i regni, ma ce ne infligge i nomi: Zaharwandad, Hormizd, Anzshatazp, Arshak, Zarwand, Arihò, Artahshishat, Mihruq, Ashirash, Nasardih e Merodak. Avessimo dato retta a lui, oggi spenderemmo una fortuna in statuine del presepio.
Fu forse qualche suo conterraneo balbuziente che, non riuscendo a pronunciare quelle astrusità, pensò bene di darci un taglio: li fece tornare al numero di tre, e li chiamò Damasco, Epoleo e Sereno; che è tutto un altro viaggiare. Lo stesso fecero i Copti dell'Etiopia, scegliendo nomi facili da pronunciare e da ricordare: Hor, Basanater e Karsudan. Un po' più complicati i siriaci, con i loro Larvandad, Hormisdas e Gushnasaph. Secondo il Commentario di Frisinga del X secolo, i tre re si chiamavano Magaloth, Galgaloth e Saracim. In Italia si pensò bene di chiamarli all'italiana, e così furono Fedele, Innocenzo e Misericordioso; però a Milano, dove vogliono sempre fare al contrario degli altri, diventarono Rustico, Eleuterio e Dionigi. Anche perché i milanesi dicevano di saperlo per certo, visto che ne custodivano le spoglie mortali nella basilica di Sant'Eustorgio, arrivate lì da Costantinopoli, dove ce li aveva portate Elena la madre di Costantino il Grande. Avida di reliquie, si era messa in testa di trovare quelle dei Magi. Va in Terrasanta e chiede: "scusate, sapete dove si trovano le reliquie dei Magi?". "Certo, eccole qua bell'e pronte: sarebbero dodici ma ce ne diamo tre proprio perchè è lei" le rispondono; e in più le rifilano la vera croce, la testa di San Giovanni Battista, il prepuzio del Bambin Gesù, il velo della Madonna e un altro bel po' di oggetti curiosi. Paga uno sproposito, ma è in grado di far schiattare d'invidia l'intero Ecumene. A Milano i corpi dei re Magi rimasero fino al 1162, poi il Barbarossa se li portò a Colonia , dove sono ancora adesso, come bottino di guerra. Però Marco Polo nel 1270 riferì che in una città vicino a Theran " son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior."
Resta da capire se ad imbrogliare sono stati i milanesi o i persiani.
Urca, è tardissimo! E io che devo ancora andare in giro a distribuire il carbone e i dolci, con 'sto freddo: speriamo che la scopa parta subito, và. E tanti cari, carissimi auguri a tutte le mie co-befane che passano da queste parti. Copritevi bene ragazze, mi raccomando!
bello bellissimo, bravo bravissimo! ora sì che ne sappiamo qualcosa!
RispondiEliminama con tutti 'sti nomi mi viene da domandare: busta numero uno, due, o (mikebongiornescamente) trè? (con una è aperta fino alle tonsille e oltre)
Mi pare che ci sia stato un problemino allo spinterogeno perchè qua no xe passà niente. Ho deciso, da oggi nell'intimità mi farò chiamare solo Gushnasaph.
RispondiEliminaa me non mi hai portato niente...
RispondiEliminason stato forse un bambino cattivo? :(
io cmq i magi li ho sempre conosciuti come Gasapere, Melchiorre e Baldassarre.
@ marcoboh: ti consiglio vivamente di leggere l'articolo che Malvino ha dedicato ai Magi!
RispondiElimina@ Winckelmann: ti avverto, quando capiterà dovrai vedertela con un più civettuolo Gushy.
@ SkraM: tesoro, tu sei un bambino buonissimo ( in tutte le accezioni del termine). Ma noi Befane lavoriamo per zona: Milano e hinterland non sono di mia competenza. Ora sento quella pasticciona della Befana lombarda e gliene dico quattro!
Bellissimo post!Didattico e divertente, con tanto di finale a sorpresa.
RispondiEliminaE' sempre bello leggerti tu che hai certe volte veramente un ritmo brioso,di quelli che consolano in giornate così così.
E sei pure coraggioso: solo a leggerli quei nomacci ce ne vuole di pazienza! ;-)
Un abbraccione