domenica 25 luglio 2010

Love gay parade?


Ho come l'impressione che lo facciano apposta. Non posso spiegarmi altrimenti che un quotidiano a tiratura nazionale definisca la Love Parade tedesca, in queste ore tragicamente balzata alla ribalta delle cronache internazionali, come "mega festa dell'amore gay". Anche i bambini sanno come l'omosessualità, nella Love Parade, abbia la stessa incidenza che riveste ad esempio nella Giornata Mondiale della Gioventù: una componente innegabile ma di certo minoritaria e assolutamente non caratterizzante. E allora perché sbandierare un titolo del genere, non solo sbagliato ma disgustosamente capzioso nell'associare la morte orribile di diciannove poveretti incolpevoli all'amore gay? Ho come l'impressione che alcuni maitres-à-penser particolarmente determinati a forgiare la mentalità ed il comune sentire dell'italiano medio secondo i convincimenti della parte politica cui appartengono, abbiano inserito l'omosessualità fra gli obiettivi da rendere istintivamente sgradevoli, riprovevoli e ripugnanti; ripetendo il giochetto perfettamente riuscito a suo tempo, ad esempio, con gli albanesi, con i rumeni o con gli immigrati africani. Non mi spiegherei altrimenti i sempre più numerosi tentativi di far crescere uno stigma sociale e collettivo nei confronti del mondo GLBT: come se in questo mondo si annidassero i sovvertitori dell'ordine costituito, dei valori tradizionali , dell'identità nazionale. Sovvertitori da "snidare e isolare" , secondo alcuni; da trasformare in capri espiatori secondo altri; in ogni caso da additare come responsabili del degrado morale del Paese. La cosa più preoccupante non è tanto nelle strategie comunicative di questi furbi mestatori, quanto nel lassismo e nell'indifferenza con cui esse sono accolte e subite da quanti dovrebbero combatterle e respingerle con ogni forza e con ogni mezzo. Perché la Storia ci insegna, purtroppo, che la costruzione di nemici immaginari da dare in pasto all'opinione pubblica per distoglierla dai veri problemi e dalle vere responsabilità ha sempre esiti disastrosi.

5 commenti:

  1. Ah!
    Io non pensavo che vi fossero fette di comunità gaya e felice alla Love Parade..
    Insomma, sarà che io i tedeschi me li vedo così "Anello del Nibelungo", ma la musica techno che loro tanto adorano non so quanto vada a braccietto con la Ciccone&Minogue&Cher&Britney&LadyGaga&tutte le altre icone musicale gaye.

    Ovvio: ognuno poi ascolta Chopin o Mozart o i Rammstein, ma, personalmente, MAI avrei detto che i gay andassero a quella festa lì...

    Quanto mi sbagliavo (o no?)

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  2. Beh, anch'io credevo che non ci fossero gay alla Giornata Mondiale della Gioventù (cattolica), mi sembrano due realtà così antitetiche! Ma mi sbagliavo.
    Comunque in entrambi gli happenings la percentuale dei gay presenti credo sia quella normale e fisiologica data dalle statistiche: nè uno nè l'altro possono essere definiti "feste dell'amore gay".

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  3. Questa è pura e semplice disinformazione caro mio, ora chi ha uno spirito critico cercherà di discernere il falso dal vero mentre i soliti pecoroni abboccheranno.
    Ormai la maggior parte dell'informazione in Italia è controllata dal regime del nano di Arcore, altrimenti come spiegare ad esempio lo spazio dato a san Guido della protezione civile su Repubblica, quando è visibile a tutti la sua totale incapacità a gestire le emergenze.

    Quando cambierà il modo di dare le notizie e il linguaggio con cui esse vengono date, solo allora potremmo definirci un paese civile, ma fino ad allora...

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  4. Concordo in pieno. E credo che nella stessa scia, di disinformare e contemporaneamente fare di tutto per screditare e mettere in una luce quanto meno equivoca una minoranza, ci sta anche il reportage sulle feste dei preti gay di Panorama.

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  5. dice pure "strani riti collettivi".
    anche la messa cattolica per me è un po' strana...

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