giovedì 22 luglio 2010

Scarface e i bastardi ( Et in Arcadia ego)


No, è che per quanto possa sembrare impossibile sono in vacanza. Ormai da due settimanone abbondanti. Cioè, non sono a Mykonos e nemmeno alla Pensione Elvira di Borghetto Santo Spirito: sono sempre sui miei bricchi desolati e feroci, che mai come in questi giorni sono quel pavesiano riverbero di grillaia e di tufi . E lavoro, eh? Uh, come lavoro! Ma come si sa la parola vacanza deriva dal participio presente vacans, a sua volta disceso da vacuum, vuoto: e secondo lo Zingarelli significa esser vacuo, sgombro, libero, senza occupazioni. Oddio, l'occupazione ce l'ho, e bella grossa, ma tutto il resto coincide: proprio perché essa mi assorbe a tal punto da non lasciare spazio nè fisico nè mentale alla pletora di affanni, fastidi, noie, grane, pensieri e stress che di solito mi affligge. E dunque vacuo come l'interno degli emisferi di Magdeburgo, sgombro come la pancia della Marcuzzi e Libero come il quotidiano di Belpietro, mi sento davvero in villeggiatura. Di più: in un'Arcadia rude, assolata e ardente, ma tutta mia.
Veniamo con ordine. Dalla fine di Giugno si usa riordinare i tralci delle viti, che nel periodo di massima esuberanza vegetativa diventano come una chioma scarmigliata, sistemandoli in verticale sulla spalliera, e piegandone gli apici con bel garbo sul filo più alto di questa. Questo lavoro si chiama "chinare le viti", dove il verbo che lo definisce deriva direttamente dal latino pectinare: e in effetti le verdi zazzere ribelli, dopo la cura, diventano scolpitissime coiffures che non saprebbero realizzare nemmeno i leggendari fratelli Bundy, già campioni del mondo.
Nelle annate normali è un lavoro abbastanza semplice che si sbriga in un paio di settimane; ma quest'anno, grazie alle piogge ed al caldo abnorme, le viti germogliano in modo insensato, e ci vuole un sacco di tempo per la messinpiega. Perché entrano in gioco loro: i bastardi. In italiano si chiamano femminelle, e sono i germogli di seconda gettata, quest'anno talmente proprompenti e lussureggianti da dover essere asportati per ridare equilibrio alla chioma. Quando sono molti, e così lunghi, ci vuole un sacco di tempo. Così, visto che i dipendenti non ce la facevano, ho mollato tutto, ma proprio tutto, e mi sono messo a fare il coiffeur a tempo pieno. Si comincia il lavoro alle 7, e fin verso le 9 si va abbastanza bene. Non fosse per la variegata entomofauna endemica del vigneto che ce la mette tutta per farti perdere la pazienza, riuscendoci, fra l'altro, nella maggior parte dei casi. Le prime ad arrivare sono le zanzare vampire, che lasciano il posto ai mosconi cocoriti ( li chiamo così perché oltre ad essere più o meno grandi come i pennuti omonimi sono anche metà gialli, metà verdi e con gli occhi rossi) e questi, a loro volta, ai tafani cannibali. Le peggiori sono però le metcalfe, tanto innocue ed innocenti quanto schifose. Sono farfalline bigerognole dall'indole torpida che se ne stanno sui bastardi di cui sopra a secernere una sorta di miele appiccicoso; disturbate, fanno dei brevi svolazzi e ti si posano regolarmente sulla faccia, rimanendo lì finchè non le scacci.
Verso le 9,30 si comincia a sudare, grondando sempre di più col passare delle ore. Alle 11,30 cominciano le visioni mistiche, e sole, luce e foglie si confondono e si sciolgono in una sorta di vampata grigia ronzante e pulsante. Ci si ferma a mezzogiorno, prima che il delirio diventi irreversibile. Dopo pranzo dò una guardata alle e-mail , un'occhiata ai giornali on-line e una scorsa ai blog preferiti. Poi schiaccio un sonnellino di un'oretta, sempre profondissimo e saporitissimo, e alle 16 si riprende, con il sole che sembra ti stia prendendo a martellate. Si va avanti fino alle 20. Docce, abluzioni, cena biascicata controvoglia, un po' di tivù ( solo perché su Rai Extra mandano le repliche di Avanzi e dell'Ottavo nano) un po' di internet e mezzanotte arriva in un amen. Tutto il resto fuori. Ecco il vuoto, ecco la vacanza oppiacea, ruffiana, suadente, stordente, rigenerante ed insieme dannatrice. Tutto il resto arriva affievolito e indistinto come un'eco lontana, come un sodaniano e bisbigliato chiacchiericcio. Diciamo che non ho ancora capito se mi sto ricaricando e corroborando, o piuttosto esaurendo.

11 commenti:

winckelmann ha detto...

Ti ricarichi, ti ricarichi.
Vorrei un paio di emisferi di Magdeburgo, tu dove li compri? :)

Poto ha detto...

Ma che simpatiche bestiole volanti affollano le viti!

Uau, mi ti immagino petinatricIUe... Spero tu vada anch giù di piastra, sai com'è.. nulla meglio di una vite liscia liscia.. "fa più ordine"...
(mooooooooolto Franck Provost: http://www.youtube.com/watch?v=1ZLCCZOm5MI )

Rosa ha detto...

Certo che se questa è vacanza...
Penso che farebbe bene anche a me,
solo tanto duro lavoro fisico e niente ansie da ufficio... Magari mi ricrescerebero anche i capelli (...).
Se a Settembre mi licenzo da tutto e vengo a vendemmiare secondo te faccio bene?!

Gan ha detto...

@ Winky: se vuoi posso prestarti i miei. In Danimarca mi fecero fare un figurone, ma questa è un'altra storia, e magari la racconterò quando avrò voglia.

@ Poto: veramente uso solo le forbici, il taglio è con la sfumatura bassa, moooolto alla Demi Moore in "Soldato Jane".

@ Rosa: se vieni a vendemmiare fai bene in ogni caso, ma adesso è diverso; adesso è un lavoro da filosofi.

Marco Boccaccio ha detto...

attento però alle visioni.
dev'essere così che sono nate le storielle dei pastorelli delle varie località sparse per l'europa, che raccontano di sorridenti signore azzurrovestite.
magari a te, toh, anziché nostra donna comparirebbe qualche bel santo giovine e bello ;-)

Gan ha detto...

@ Marco: urca, ma vuoi dire che quello schianto di bonazzo che stamattina conversava con me poco prima di mezzogiorno era una visone dovuta al colpo di sole?
E io che già ci avevo fatto un pensierino. Anzi, un paio di dozzine di pensierini.

Anonimo ha detto...

Il tuo post mi ha suscitato un sussulto ormonale. Non perchè ti abbia immaginato come un rude maschio, sudato e abbronzato, mentre si aggira per i campi, ma perchè, cercando informazioni sulle metcalfe (pensando fossero il prassita che ho trovato sulla Madame Alfred Carriere) mi si sono aperte delle foto di un bonazzo in tenuta discinta (e ti ho invidiato: azz, se questi sono i suoi parassiti, vado a lavorare colà!). Ho poi scoperto che è il giardiniere bono delle prime puntate di Desperate Housewuives. Comunque, le metcalfe non sono i parassiti della mia rosa.

SkraM ha detto...

solo a leggere la parte finale mi son sentito mancare l'aria @_@

detesto gli insetti ronzanti! i tafani poi.... VADE RETRO SATANA!

ma non e' che con tutto sto lavoro sotto il sole finisci per sciuparti? non so te ma io dato il mio fisichino ho come la sensazione che finirei per sciogliere completamente quei pochissimi grammi di grasso che nascondo tra le ossa :D

Gan ha detto...

@ vorreietc: tesoro, io SONO un rude maschio sudato e abbronzato che si aggira per i campi! Se vieni a lavorare costì ti metto a cacciare le metcalfe.

@ Skram: ehm...dello sciupìo ne parliamo presto.

Principe Kamar ha detto...

Dopo aver letto questo post, posso fare lo sborone e il saputello correggendo il "legare le viti" con "chinare le viti". =)
Non mi si stanchi troppo che sì l'uomo rude che lavora ha il suo fascino, ma se è stanco morto mica tanto.
Bacioni! =)

luce ha detto...

Maun pò di repellente anche naturale contri gli insetti non ti farebbe lavorare meglio?
Mi spiace per l'attacco che non ti permette di lavorare bene alle acconciatutre dei ricci ribelli delle viti.
Cerca di trovare il tempo di riempire la mente anche di cose belle.
Un abbraccio