Eppure sono bei giorni. Fa freddo, si: ma la luce è polverosa e sgranata come in un dagherrotipo, e basta niente perché si carichi di paludamenti ocra e terrosi che il verde ormai morente delle vigne non riesce più a controbilanciare. Abbiamo finito le uve bianche e quelle rosse precoci, e come al solito sospendiamo per un po' di tempo prima di passare alle tardive. Nelle annate calde e siccitose la pausa è brevissima; adesso invece non ci mettiamo fretta. Annusiamo il vento, osserviamo la luna, studiamo i segni della terra, delle ombre e degli animali: il bel tempo durerà.
Sono giorni estenuati e un po' tristi come un post-coitum: non ti permettono ancora di tornare alla normalità, ma ti lasciano dentro come un larvato senso di insoddisfazione e di vuoto. Mi accorgo di aver voglia di letargo. Nel cavo del mio albero ho accumulato una buona provvista di ricordi felici che potrò sgranocchiare in santa pace, e che, se sarò giudizioso, mi potranno bastare per tanto, tanto tempo. L'anima ormai dovrebbe aver messo su la folta pelliccia invernale, che mi permetterà di sopportare agevolmente i rigori del freddo più intenso. E le mie vicissitudini antiche e recenti saranno la chiusura che sigillerà la mia tana.
Buio.Sono giorni estenuati e un po' tristi come un post-coitum: non ti permettono ancora di tornare alla normalità, ma ti lasciano dentro come un larvato senso di insoddisfazione e di vuoto. Mi accorgo di aver voglia di letargo. Nel cavo del mio albero ho accumulato una buona provvista di ricordi felici che potrò sgranocchiare in santa pace, e che, se sarò giudizioso, mi potranno bastare per tanto, tanto tempo. L'anima ormai dovrebbe aver messo su la folta pelliccia invernale, che mi permetterà di sopportare agevolmente i rigori del freddo più intenso. E le mie vicissitudini antiche e recenti saranno la chiusura che sigillerà la mia tana.
Tepore.
Silenzio.
Dormire.
PS: l'inevitabile colonna sonora per questi giorni.