Il Natale con la pioggia battente è cacofonico e stridulo come un gessetto sulla lavagna.
Anche quest'anno Gerusalemme rimane irraggiungibile. Malgrado tutto, riesco ancora ad illudermi che in questo giorno ci sia una dolcezza speciale; ma ancora una volta dovrò gustarla da solo. Anche quest'anno non potrò farlo col fidanzato Chenocè, con cui sognavo invece di imbozzolarmi in un nido tutto nostro fatto d'ovatta, di tenerezza e di baci, chiudendo per due giorni il mondo fuori dalla porta. Ma forse invece, a dispetto delle speranze, Chenoncè in queste ore avrebbe dovuto andare al cenone con gli anziani genitori, per dover filiale; e nonostante il Natale, o proprio per questo, avrebbero finito per litigare perché quelli non sopportano che il loro bambino si sia messo con un uomo; e soprattutto si sia messo con me.
Anche quest'anno Gerusalemme rimane irraggiungibile. Malgrado tutto, riesco ancora ad illudermi che in questo giorno ci sia una dolcezza speciale; ma ancora una volta dovrò gustarla da solo. Anche quest'anno non potrò farlo col fidanzato Chenocè, con cui sognavo invece di imbozzolarmi in un nido tutto nostro fatto d'ovatta, di tenerezza e di baci, chiudendo per due giorni il mondo fuori dalla porta. Ma forse invece, a dispetto delle speranze, Chenoncè in queste ore avrebbe dovuto andare al cenone con gli anziani genitori, per dover filiale; e nonostante il Natale, o proprio per questo, avrebbero finito per litigare perché quelli non sopportano che il loro bambino si sia messo con un uomo; e soprattutto si sia messo con me.
Il bambino sarebbe tornato a casa scosso ed intrattabile. Domani avrebbe dormito fino a mezzogiorno, e una volta alzato avrebbe continuato a ciondolarmi per casa in quell'orribile pigiamone di flanella marroncina, grugnendo, scatarrando e grattandosi mentre cercavo di arrabattare pranzo con i surgelati del Conad. No no, meglio evitare. Meglio il Natale festoso e gioioso che sogno con tutti gli amici del cuore, ma proprio tutti: quelli elencati un anno fa e altri che in seguito si sono aggiunti.
Però, momento. Siamo sicuri che andrebbe tutto bene? Il Natale è una festa insidiosa e rischiosa, basta un niente perché piccole tensioni, malumori da nulla o innocenti fraintendimenti esplodano trasformandosi in catastrofe, in catarsi, in ecpirosi.
Metti caso, l'amico che mi aiuta a sbucciare i piselli sibila: "Guardalo là, quella zoccola: noi qui a sgobbare e quello sprofondato in poltrona a darsi lo smalto alle unghie"; ma non sibila abbastanza sottovoce, quello là sente e prima son borsettate, poi scoppia il putiferio.
E poi il fidanzato dolente e disperato per la separazione dopo quindici anni di convivenza; e quell'altro che, furente, mi tira nel ripostiglio e mi fa una scenata dicendo: "Ma hai invitato anche Lui? Ma allora sei stronzo davvero, lo sai che non lo voglio vedere più nemmeno dipinto!". E il timido spaesato che non lega, e l'espansivo che diventa troppo espansivo, e quello che esagera col bere e dà in escandescenze, e l'altro che va fuori al freddo a fumare, si becca la congestione e dopo un po' dà di stomaco sulla tovaglia di Fiandra e sul centrotavola di pungitopo e di vischio. Oddio, magari non succederebbe, o succederebbe solo in parte: ma insomma, il rischio c'è; e quindi il fatto che Gerusalemme sia così lontana non sempre va preso come una disgrazia.
Mah, in attesa dell'imbarco sulla nave Exodus , per dare un senso al mio Natale mi riciclo in nonna Papera. Del resto l'età è quella giusta, il colore dei capelli anche, e non mi mancano i grembiulini pieni di ruches, nè una certa abilità culinaria. Manca Ciccio, purtroppo, ma al suo posto potrò contare sull'aiuto della signorina Rottermaier; che oltretutto quel ragazzo è tanto buono, ma in cucina è un vero disastro. E così, egoisticamente, ci guadagno nel cambio.
Perché l'impegno non è dei più leggeri, soprattutto per una papera anziana come me: dovrò cucinare per ventun commensali! Alla solita famiglia già estesa di suo, quest'anno si è aggiunto un nutrito gruppo di suocere, consuocere, zie e prozie tutte vedove, tutte altrimenti destinate alla solitudine e tutte indomite ed arzille. Si sa, le ragazze càmpano di più dei maschietti, e quasi sempre càmpano meglio e con maggiore allegria: e il nutrito gruppo di cui sopra ne è la prova provata. E siccome alcune di loro si piccano di essere brave cuoche, dovrò dare il massimo.
Intanto fra ieri ed oggi mi sono portato avanti col lavoro, anche se il rush finale sarà davvero difficile; ma insomma, dovrei farcela. E intanto posso prendermi una pausa e mandare gli auguri Urbi et Orbi da qui, a tutte le persone cui voglio bene e che non elenco per paura di dimenticarne qualcuna.
Natale è la festa della Luce che torna a crescere: ed il bello è che non si direbbe, perché sembra dominare la Tenebra; Natale è la certezza che questa, prima o poi, sarà sconfitta. E ogni albero di Natale diventa l'Arbor Vitae dei cabalisti, da cui pendono le Sefirot della Luce non creata, della Potenza dello Spirito divino.
Ecco, proprio oggi, mentre sgusciavo i gamberi, mi sono reso conto che nel mio, di Arbor Vitae, ho la fortuna di avere molte luci; e se qualcuna si è affievolita fin quasi a spegnersi, se qualcun'altra sembra lo stia facendo, ce ne sono altre ancora che di recente si sono accese; o che si sono di colpo ravvivate di un imprevisto splendore. Ma tutte insieme fanno un effetto magnifico.
Almeno questa sera non voglio cedere alla nostalgia, nè al rimpianto. Almeno questa sera voglio perdermi in quello sfavillio di volti, di emozioni, di senzazioni amate che ognuna di quelle luci rappresenta. E se mi ci perdo da solo, per questa volta, pazienza.
Però, momento. Siamo sicuri che andrebbe tutto bene? Il Natale è una festa insidiosa e rischiosa, basta un niente perché piccole tensioni, malumori da nulla o innocenti fraintendimenti esplodano trasformandosi in catastrofe, in catarsi, in ecpirosi.
Metti caso, l'amico che mi aiuta a sbucciare i piselli sibila: "Guardalo là, quella zoccola: noi qui a sgobbare e quello sprofondato in poltrona a darsi lo smalto alle unghie"; ma non sibila abbastanza sottovoce, quello là sente e prima son borsettate, poi scoppia il putiferio.
E poi il fidanzato dolente e disperato per la separazione dopo quindici anni di convivenza; e quell'altro che, furente, mi tira nel ripostiglio e mi fa una scenata dicendo: "Ma hai invitato anche Lui? Ma allora sei stronzo davvero, lo sai che non lo voglio vedere più nemmeno dipinto!". E il timido spaesato che non lega, e l'espansivo che diventa troppo espansivo, e quello che esagera col bere e dà in escandescenze, e l'altro che va fuori al freddo a fumare, si becca la congestione e dopo un po' dà di stomaco sulla tovaglia di Fiandra e sul centrotavola di pungitopo e di vischio. Oddio, magari non succederebbe, o succederebbe solo in parte: ma insomma, il rischio c'è; e quindi il fatto che Gerusalemme sia così lontana non sempre va preso come una disgrazia.
Mah, in attesa dell'imbarco sulla nave Exodus , per dare un senso al mio Natale mi riciclo in nonna Papera. Del resto l'età è quella giusta, il colore dei capelli anche, e non mi mancano i grembiulini pieni di ruches, nè una certa abilità culinaria. Manca Ciccio, purtroppo, ma al suo posto potrò contare sull'aiuto della signorina Rottermaier; che oltretutto quel ragazzo è tanto buono, ma in cucina è un vero disastro. E così, egoisticamente, ci guadagno nel cambio.
Perché l'impegno non è dei più leggeri, soprattutto per una papera anziana come me: dovrò cucinare per ventun commensali! Alla solita famiglia già estesa di suo, quest'anno si è aggiunto un nutrito gruppo di suocere, consuocere, zie e prozie tutte vedove, tutte altrimenti destinate alla solitudine e tutte indomite ed arzille. Si sa, le ragazze càmpano di più dei maschietti, e quasi sempre càmpano meglio e con maggiore allegria: e il nutrito gruppo di cui sopra ne è la prova provata. E siccome alcune di loro si piccano di essere brave cuoche, dovrò dare il massimo.
Intanto fra ieri ed oggi mi sono portato avanti col lavoro, anche se il rush finale sarà davvero difficile; ma insomma, dovrei farcela. E intanto posso prendermi una pausa e mandare gli auguri Urbi et Orbi da qui, a tutte le persone cui voglio bene e che non elenco per paura di dimenticarne qualcuna.
Natale è la festa della Luce che torna a crescere: ed il bello è che non si direbbe, perché sembra dominare la Tenebra; Natale è la certezza che questa, prima o poi, sarà sconfitta. E ogni albero di Natale diventa l'Arbor Vitae dei cabalisti, da cui pendono le Sefirot della Luce non creata, della Potenza dello Spirito divino.
Ecco, proprio oggi, mentre sgusciavo i gamberi, mi sono reso conto che nel mio, di Arbor Vitae, ho la fortuna di avere molte luci; e se qualcuna si è affievolita fin quasi a spegnersi, se qualcun'altra sembra lo stia facendo, ce ne sono altre ancora che di recente si sono accese; o che si sono di colpo ravvivate di un imprevisto splendore. Ma tutte insieme fanno un effetto magnifico.
Almeno questa sera non voglio cedere alla nostalgia, nè al rimpianto. Almeno questa sera voglio perdermi in quello sfavillio di volti, di emozioni, di senzazioni amate che ognuna di quelle luci rappresenta. E se mi ci perdo da solo, per questa volta, pazienza.
Tantissimi auguri di cuore carissimo Gan! =)
RispondiEliminae brava la nostra nonna papera; e fortunati i suoi numerosi commensali!
RispondiEliminaauguri, auguri, e ancora auguri: che quelli non ce n'è mai di troppo.
BUON NATALE CARO GAN! :)
RispondiEliminaNonna Papera è sempre stato il mio idolo. Buon Natale, e auguri anche alle fortunate zie.
RispondiEliminaTanti tanti auguri perché ogni tuo Natale possa essere più sereno del precedente
RispondiEliminaE come sempre mi lascio portare dai tuoi racconti, che lasciano sempre intravedere dietro l'umorismo, quanto tu sia speciale.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ma sì, in fondo Chenoncé è solo un lavativo. E tu con i surgelati non c'azzeccheresti.
RispondiElimina(A Natale è più bello illudersi).
Auguri Ganello, di cuore.
Siamo già alla celebrazione del martirio di santo Stefano, lapidato per non essersi presentato al pranzo natalizio di famiglia, che zio ci teneva. Però, anche se in ritardo, gli auguri te li faccio lo stesso e, nonostante sia il Grinch, ti auguro di veder avverare ogni rosea previsione natalizia
RispondiEliminaC'è, invece, chi come me il Natale lo passa in pigiama (ma non di flanella... quelle horreur!) a darsi lo smalto alle unghie, tra alcol, sesso, tovaglie di Pratesi e musica di Billie Holiday.
RispondiEliminaDel resto si sa: Natale con i tuoi... fidanzati... e Santo Stefano con chi vuoi! :-)
Però, anche il Natale "da comune" che descrivi non dovrebbe essere così male. Poi, la tensione è fisiologica: che Natale sarebbe senza screzi o qualcuno che ti dica che sei stronzo?
P.S.: rischiando di apparire insensibile, teSSSSSoro, tu come tanti altri appartieni al club di quelli che avrebbero tutto per essere felici ma si autocondannano all'infelicità: a volte, bisognerebbe avere il coraggio di credere che una storia senza senso non è meglio di niente. Quando si ha la forza per dire basta è sempre l'inizio della risalita. Poi, c'è anche chi vuole rimanere "la metà di niente"... ma dopo aver appena ricevuto un "affettuoso" colpetto in testa... meglio tralasciare l'argomento! A buon intenditor... ;-)
À toi, mon cher, je vous envoie mes meilleures pensées et mes meilleurs vœux.
@ Principe, Marco, SkraM, Winky, Edgar, Art: grazie per gli auguri e per il bene che mi hanno fatto.
RispondiElimina@ Any: eh sì, il Natale è proprio una grande illusione. Ma è una delle poche cose che possiamo usare per regalarci un po' di luce.
@ Packy: le previsioni natalizie si sono puntualmente avverate. Ma non erano rosee, no no.
@ W. Alexis: adoro Billie Holiday; e l'immagine di te in baby-doll di chiffon.
La mia infelicità è strutturale: non caratteriale nè autoinflitta. Checchè se ne dica.
Che brutte quelle virgolette. Per non dire di quelle quattro S di troppo.
Mes meilleurs vœux à toi aussi, mon rêve.
Alexis in babydoll vorrei proprio vederla.
RispondiEliminaUn rêve peut-il devenir réalité? :-)
RispondiEliminaP.S.: io parlavo di un semplice pajamas di seta rosso fuoco a righe ton sur ton.
Niente babydoll che lascio tranquillamente ad Ana.
In ritardo, ma solo internettianamente, TANTI AUGURI.
RispondiEliminaFirmato
Qui, Quo & Qua
Alexis, temo che mi andrebe stretto anche quello di Valeriona Marini. Lasciamo stare!
RispondiEliminaIl post è bellissimo, ho avuto difficoltà a capire se sei uomo o donna, ma presumo sia parte del gioco.
RispondiElimina:)
Consolati... non l'ho ancora capito neanch'io! :-)))))
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