sabato 5 settembre 2009

Lettera dal fronte

Genitori adorati, sorelle amatissime e fratelli carissimi,
Oggi mi trovo a presidiare il ponte della Beresina, dove a detta dei generali dell'Armata non dovrebbero verificarsi fatti d'una qualche rilevanza. Così trovo il tempo per scrivervi, ritenendo opportuno rassicurarvi in merito alla mia salute, che dopo le recenti ferite si è perfettamente ristabilita. Non posso fare altrettanto per quanto concerne questa guerra, che si annuncia lunga e dall'esito assai incerto, e che reclama ogni energia da parte di noi soldati, e la spreme fino all'ultima goccia. E non posso fare altrettanto anche con il mio morale, che lentamente si sta rannuvolando ad ogni assalto, e direi quasi ad ogni colpo di cannone. Non angustiatevi, però, e non siate tristi per me: vedrò di cavarmela anche questa volta, e salvare la mia vecchia pellaccia per cercare di rivivere ancora i tempi felici della grande casa di Vilorbskoe-Zelo. Confido, oltre che nell'aiuto del Padreterno, anche nelle braccia robuste e nel cuore coraggioso dei miei attendenti. Mi hanno di nuovo assegnato i tre affidabili fratelli bulgari della scorsa campagna: Sdrugo, Sugo e Sbrego Sodeferov, dei quali certamente vi raccontai. Qualora aveste dimenticato, sappiate che sembrano orsi siberiani tanto nell'aspetto e nella corporatura quanto nei modi bruschi e scostanti. Forse è per sfatare l'idea non troppo lusinghiera che la bassa truppa s'è fatta del popolo bulgaro, che hanno condotto con loro, convincendolo ad arruolarsi, il fratello più giovane: Ivan. Di bel viso, aperto e franco nel sorriso e nello sguardo, elegante nelle proporzioni e nei gesti, temperato ed asciutto nel fisico malgrado alcune morbidezze lombari , peraltro non spiacevoli allo sguardo, lo rivelino assai più avvezzo alla rakya che allo Champagne. Di carattere allegro e spontaneo, l'ho preso a benvolere da subito, intravedendo nella luce dei suoi occhi quella gaiezza inconsapevole e nascosta che hanno molti giovani della sua età. Ieri l'altro, durante la perlustrazione, è stato vittima di un curioso incidente, per fortuna risoltosi senza conseguenze spiacevoli. Afferrato un bel grappolo d'uva matura, lo stava piluccando golosamente quando dagli acini è partito un calabrone furibondo che lo ha punto fra mento e collo. La parte così colpita è subito gonfiata vistosamente, e i suoi fratelli lo canzonavano dicendo che assomigliava ad una grassa e rossa contadina dei monti Rodope. Ma poco dopo il poverino ha cominciato a roteare gli occhi, a respirare affannosamente, ad assumere un colorito verdastro e ad emettere una bava schiumosa dalla bocca. "Quante storie per la puntura di un calabrone!" sghignazzavano i fratelli; ma io ero davvero preoccupato. Così ho preteso che me lo issassero in sella, e tenendolo stretto mentre farneticava nel delirio, l'ho portato al galoppo all'ospedale da campo. I medici sono intervenuti subito, ed hanno detto che la mia prontezza gli ha salvato la vita. Ecco, suona il tamburo dell'adunata, e sono costretto a lasciarvi. Inoltrate i miei baci alle principessine Tinanskija Feodorovna e Anastasija Bessarionova, ed i saluti più cari a tutti gli amici che mi mancano tanto: dall'ammiraglio Marplev al duca Asashelewkj, dal conte Potowskij al ministro Ribaldjev al barone Kanarinskij, al giovane architetto Maghentieff ed al suo inseparabile Laurentij, all'altro architetto Romanov, a tutti i Simeonovic, a Serghiej Yosip, a Skramskij ed al giovane Stephanovic, e a tutti gli altri che sono costretto ad omettere, ma che porto nel cuore. Devo chiudere: miei adorati, dite a tutti loro che li penso e che vorrei essere con loro, ovunque si trovino.

12 commenti:

El novio ha detto...

Colpito dalla missiva che arriva direttamente dal fronte, dove intuisco si consuma una guerra dura e senza esclusione di colpi per il bene del Paese, mi affretto ad esprimere solidarietà anche a nome della mia numerosa famiglia. Preoccupati dalle notizie delle armi innovative del nemico che hanno già mietuto la prima vittima,restiamo in attesa di ulteriori notizie sul recupero completo del giovane Ivan. Rendiamo onore al novello eroe per la prontezza dell'intervento cantando con gianni togni:
W l'Italia, W il buon vino!

Poto ha detto...

Meno male che ci sono ancora soldati coraggiosi che issandosi in sella il povero (quasi) caduto, riescono a salvargli la vita.
In un'altra epoca si potrebbe parlare quasi di novelli Dottor Kildare...

Gan ha detto...

@ Los3novios: Dilegua, o notte!... Tramontate, stelle!...
All'alba vincerò!...

@ eccellentissimo conte Potowskij: soldati? Le ricordo il mio grado di capitano, e le responsabilità che comporta. Nessun eroismo, solo dovere. Al massimo la scena molto cinematografica del salvataggio, con tanto di galoppata nelle steppe della Santa Madre Russia!

lavecchiaMarple ha detto...

Comunque vada, rimarrà sempre nei nostri cuori. Se ci lascierà, sappiamo lo farà da eroe!
(non come la sottoscritta, che con la scusa del mal di mare è andata a fare l'ammiraglia sui monti, al riparo dai cannoneggiamenti delle corazzate nemiche! ma com'è che si diceva, meglio una vecchia viva che un lupo morto...)

beckett ha detto...

Buona la rakya! Ma non è serba?

Gan ha detto...

@ miss Marple: dispiace deluderLa, ma so già che la mia fine sarà oltremodo ingloriosa. D'altronde lo diceva quel Tale, che tutti i lupi finiscono in pellicceria!

@ Beckett: si, ma anche in Bulgaria!

Anonimo ha detto...

uh, e io che credevo che i bvlgari facessero tutti gli orafi e i gioiellieri! si vede che qui nella capitale, lontani come si è dal fronte, si ha una visione dei fatti così romantica...
in ogni caso, gli ufficiali di valore che salvano la truppa mi commuovono ogni volta. evviva santa madre russia!

Rosa ha detto...

Per le anastasie di tutte le Russie!
Con gaudio ricevo queste sue, preoccupata com'ero dalla mancanza di buone nuove stavo già pensando di armare una spedizione alla ricerca di dispersi e feriti.
Ci saluti il giovin Ivan, ci batta una mano sulla spalla da parte mia e si ricordi che eroico o non eroico qui le si vuole un mondo di bene.
Stia attento alla pellaccia, nel proseguio della battaglia e badi a tenersela stretta, che a noi le pelliccie piacciono poco.
Un abbraccio...

Anonimo ha detto...

Che ne e' stato del calabrone???? Nessuno ne parla, insensibili!!!

Carlo

Gan ha detto...

@ Rosa: Altezza, devo parlare con Voi. Che ne direbbe del salottino verde a Palazzo d'Inverno, appena torno a San Pietroburgo?

@ Carlo: ma quale Carlo? L'Impareggiabile o il BDV (Bonazzo da Svenimento)?
Comunque il calabrone è vivo, lotta insieme a noi e chissà che magari non mi permetta di replicare la cavalcata con il bell'attendente!

Gan ha detto...
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Rosa ha detto...

Mio caro,'
d'ora in avanti l'attenderò ogni sera alla finestra, all'ora solitamente deputata ai nostri idilli, speranzosa di vederla giungere a me sul suo bianco destriero.
Sempre sua,

Princy Pissy