giovedì 29 gennaio 2009
Buon compleanno Daniel Tammet!
Sono soddisfazioni
Stamattina mi arriva questa sua lettera, che mi fa andare in brodo di giuggiole:
spero che tu non sia ancora partito...potresti usare questa mia mail come promozione!
ho bevuto una bottiglia del tuo barbera con F., ieri sera, e è...è...FANTASTICO!!!
Io non capisco granchè di vino, ti posso solo dire che l'impressione mia e di F. è stata straordinaria!
Ora cerco di dirti: è solido senza pesantezza, cordiale ma senza alcuna affettazione, ti sorride ma ha nerbo e cuore, ha forza ma senza alcuna aggressività, è DIVERSO dagli altri ma senza spocchia, ti riscalda senza infuocarti troppo presto...
Non so più che cosa dire, ma ti posso assicurare che queste considerazioni le abbiamo fatte insieme, e quindi...la colpa è da dividere in due!
Ti ringrazio tantissimo di avermelo fatto conoscere.
Da uno che non capisce un accidente, ma è contento se è soddisfatto di quel che beve. GRAZIE !!!"
Grazie Rib!
mercoledì 28 gennaio 2009
Seh, grazie...grazie al cazzo!
E' durata un attimo. Ecco la sua smentita, sempre da Repubblica:
Ritiro tutto quello che ho detto prima, l'understatement decantato si è rivelato essere quello provinciale e bigotto certamente non adatto ad un'étoile del genere. Raccolgo i miei cocci e mi ritiro in un risentito silenzio. SGRUNT!
Grazie, Roberto!
(Ma guardatelo! Ma non è un amore???)
* Anche Lui è un fan accanito, anzi , di più. Ma non è stato lui a trasmettermi la Bollite, giuro: ce l'avevo già prima che lo conoscessi!
...et ad nostrae Romae metropolim optima perduximus vina
La nostra caccia reciproca ci portò verso sera alla fermata del tram da dove era iniziata: evidentemente s'era fatto tardi, e Lui doveva tornare a casa. Lo avrei seguito su quel tram; lo avrei seguito in capo al mondo. Arrivò un signore sulla quarantina, con una valigetta in mano, che lo apostrofò con allegria: "Ciao Robbè! Che ci fai qua?". Si chiamava Roberto, dunque. E rispose: "Ciao papà, ho fatto tardi e sto rincasando". "Bene-rispose il signore- così si fa la strada insieme!".
Arrivò il tram e salirono. Io no. Roberto salì per secondo, e si girò a mandarmi un lungo sguardo addolorato, stringendosi nelle spalle come per dire :"Perché siamo così scemi?". Io gli sorrisi, e distesi la mano in un cenno di saluto altrettanto addolorato e altrettanto definitivo. Fu la prima volta in cui stabilii un contatto, sia pure fugace, con qualcuno che ricambiava in uguale misura quello che avevo dentro; e ci si adattava come la noce in un guscio. E di quel Roberto che fece così tanto per me non mi rimane che l'immagine di un volto incantevole, ed il nome che non ho più dimenticato.
"Stat rosa pristina nomine,
nomina nuda tenemus".
martedì 27 gennaio 2009
Giorno della memoria
Così per me oggi è un giorno importante, e la memoria della Shoah parte come un sasso di montagna che diventa una valanga, trascinando con sè la memoria di mille altre sopraffazioni antiche, recenti e presenti. Elfobruno ha scritto un bellissimo pezzo, e come al solito mi ha toccato il cuore, e come al solito non serve aggiungere altro a pensieri che dovrebbero essere dentro ad ognuno di noi. Ricordare. Oggi il mio ricordo ha il volto sorridente di Halimi Ilan, ragazzo ebreo della civilissima Francia, sequestrato nel 2006 da una banda di fanatici e ucciso dopo tre settimane di torture solo perché ebreo. Per nient'altro. Oggi è lui il mio ricordo, il mio dolore e la mia rabbia.
martedì 20 gennaio 2009
A pensar male etc. etc.
Chi vuole può cominciare a leggere qui. Mi piace comunque riportare questo passo da "Repubblica", che comincia a svelare l'arcano:
"La canzone alterna un cantabile ritornello a un rap giocato sul tempo medio, e grazie alla torrenziale fluidità dello schema rap, racconta con dovizia di particolari la storia di Luca, la sua infanzia, dominata da una madre iperaffettuosa e un padre che non regge il disagio, se ne va, comincia a bere, di fatto scompare dalla vita di Luca finché, seguendo un determinismo meccanico, da manuale di psicologia minore, arriva un uomo adulto (in zona di sospetta pedofilia) che gli regala il tanto agognato amore. La canzone si avventura a citare Freud, evoca le gare di sesso tra il ragazzo e l´adulto, e poi approda alla rivelazione finale. Luca scopre che attraverso una lei può finalmente smettere di essere gay. Non fa una piega. Il Luca di fine canzone è un uomo ritrovato, con moglie e figli, appagato e "normale". Povia lo dice molto chiaramente: l´omosessualità non è una malattia, bontà sua, ma una deviazione sì, un errore causato da una pessima situazione familiare, e quindi rimediabile. Insomma la buona notizia è che per i gay non tutto è perduto, una speranza di redenzione c´è."
E per soprammercato aggiungo pure questa perla piccionesca riportata da Ansa:
"Gli omosessuali vivono un frenetico nomadismo sentimentale. Comprensibile: come chiunque altro, cerca altro da se'. Se nell'altro trova solo qualcosa di simile, il rapporto non puo' che essere effimero e compulsivo. Non puo' esistere stabilita' e fedelta' nel mondo gay''.
Tanto per far capire il livello.
Chi ama i colpi di scena, le catarsi e le agnizioni stia tranquillo, perché c'è anche l'infanzia derelitta, le sere nere , il disagio , Joseph Nicolosi e la "terapia riparativa".
Insomma, tanto tuonò che piovve. Ma il tragico non è nemmeno questo: è piuttosto la fondata possibilità che "Luca era gay" vinca il festival di Sanremo!
venerdì 16 gennaio 2009
Del perché lo gnocco si chiama gnocco
Niente da fare, non lo saprete mai. Cioè, io c'ho provato. Ma per quanche misteriosa ragione il copia-incolla dà origine a tanti e tali incommensurabili problemi, che mi dichiaro battutto , e vi risparmio il peraltro godibile pezzullo di etimologia erudita.
Non vi risparmio l'immagine dello gnocco, però, che sapervi neghittosi ed indolenti mentre sarò via mi fa venire lo s-ciopone!
giovedì 15 gennaio 2009
Giorno dopo una serata triste.
Vieni qua. Ti stringo. Aiutiamoci.
mercoledì 14 gennaio 2009
Indovina chi viene a cena ( nella pubblicità).
Voce di uomo profonda, calda, sensuale e sexy; tono severo e leggermente preoccupato:
"Ah, mia mamma è stata un'insegnante di inglese. Quindi , se dirai qualcosa in inglese, attenzione alla pronuncia, o ti stronca. E niente commenti sulla cucina: sa benissimo di essere una pessima cuoca, ed è un suo cruccio."
Altra voce di uomo profonda, calda, sensuale e sexy: tono rilassato e leggermente sbarazzino:
"Tranquillo: so come piacere alle mamme!".
Non sono Pico della Mirandola, e le frasi non erano propriamente così: ma insomma, il succo e l'effetto sono quelli.
Segue slogan delle auto Skoda.
L'idea è quella, ritrita, dell' indovina chi viene a cena : ma la sorpresa finale è ancora una volta spiazzante e divertente: oltre che, di questi tempi, coraggiosa al punto da imporsi con autorevolezza. Penso che allo spot radiofonico corrisponda anche una versione video, e sarei curioso di vederla. Chi ne sa qualcosa?
martedì 13 gennaio 2009
Dedica
Come si faceva negli anni '80, quando ancora le radio commerciali si chiamavano "radio libere", prendendo un po' troppo sul serio la mia emotività dedico i fricciconi che mi provoca Edith Piaf :
1) Al mio Amore lontano , alla sua taumaturgia potente ed ai sorrisi interiori che sa regalarmi.
2) All'Uomo delle risaie, che malgré lui è costretto ad occuparsi di datteri e di cammelli.
3) Al principino milanese ( sembra un ossimoro, ma si può essere milanesi ed anche principini), se ha cuore ed anima per capire la Francia in questa canzone.
4) A Ribaldo, carduccianamente "possente e paziente", che ha cuore ed anima per capire la Francia in questa canzone.
5) A Simonchio, a cui questa canzone provocherà l'orticaria (ma è solo per farmi perdonare di non aver ancora postato il Dicembre di Folgore)
5) A tutti quelli che seguono questo blog, e in particolare Edgar, Miss Marple, Poto, Byb&Lore, Antonio&Ben, Tina &Tino, Josh&Simone, Marco&Marcello, RGS, Sandrino, Carlo, Rudi, Omoerosilcuinomenonsisà, Josh&Simo, Pier, Ars. Ovviamente l'ordine dell'elenco è del tutto casuale.
6) A tutti quelli che ho fatalmente dimenticato, ma che non per questo mi sono meno cari.
E mo' basta, che sembro il frate che doveva sposare Giovannino e Valeriana in "Viaggi di nozze":
"Preghiamo per tutti quelli che avrebbero dovuto essere qua ma non ci sono"!
giovedì 8 gennaio 2009
Dite Amici ed entrate
Così mi arrovello e mi arrabatto per cercare di capire quella dell' affollato social network: escludendo a priori possa trattarsi di un mero "trova-amici" (naaaaaaa, troppo facile!) mi avventuro fra i suoi oscuri labirinti come la Compagnia dell'Anello nelle miniere di Moria.
Credo che se mai troverò una risposta, essa mi sarà data dai "gruppi" che vi pullulano come parameci negli acquitrini, e che si moltiplicano con uguale, tumultuosa rapidità. Perché se è abbastanza semplice intuire cosa abbia spinto 6.715 persone ad iscriversi a "Scommetto che trovo 50.000 persone che odiano Gigi d'Alessio", o altre 10.223 a " Vogliamo Luciana Littizzetto ministro dell'istruzione", diventa problematico farlo con i 9.800 poveracci che aderiscono a "La cacca fatta nel proprio bagno è sempre la più soddisfacente" o con i 21 disgraziati di "Conosci anche tu una donna con il pomo d' Adamo?". E dunque ritengo che il mistero dell'essenza di Facebook sia nascosto proprio negli oscuri impulsi che possono spingere un individuo quasi sempre adulto, o quanto meno presumibilmente licenziato dalla scuola dell'obbligo, a macchiarsi di simili colpe.
Ma non è tanto di queste avventurose esplorazioni che vorrei parlare, quanto di una scoperta fatta nel corso di esse. Una scoperta divertente ed inquietante al tempo stesso.
Per ridurre le dimensioni ed il peso del pippone, le dedicherò il prossimo post.
mercoledì 7 gennaio 2009
Les voici, les neiges d'antan!
Sembrava gemessero, curve sotto il peso della coltre compatta che quasi le prostrava a terra.
Dopo averle liberate mi sono attardato nel biancore lattescente ed intatto: mi sono attardato a ruzzarci dentro, a scivolarci e sprofondarci come in un confortevole letto di piume. Nevicate come questa non ti fanno tornare bambino, ma ti permettono di rivedere la tua infanzia, di riviverne odori, immagini e sensazioni.
Insomma, quel briccone di François Villon si sbagliava: non è vero che le nevicate di una volta non tornano più. Farle tornare dipende da noi.
Così mentre facevo a palle di neve col cane ho pensato di riportare qui la sua antica ballata, che il grande Georges Brassens, secoli dopo, utilizzò poi per una delle sue più belle canzoni.
Ditemi dove sono, in che paese
Flora, la bella romana,
Aspasia, o Taide
che fu sua cugina germana,
Eco, la cui voce rimbombava
al di sopra di un fiume o di uno stagno,
e che fu di bellezza sovrumana.
Ma dove sono le nevi di una volta?
Dov’è la dottissima Eloisa,
per lei Pietro Abelardo fu castrato
e messo in convento, a Saint Denis.
Per amor suo subì questo destino.
E ditemi ancora, dov’è la regina,
quella che ordinò che il saggio Buridano
fosse gettato in un sacco nella Senna?
Ma dove sono le nevi di una volta?
La Regina Bianca come un giglio
che cantava con voce di sirena,
dov’è? E Berta dal gran piede, e Alice,
Eremberga che governò il Maine, e Beatrice?
Dov’è Giovanna, la buona lorenese
che gli inglesi bruciarono a Rouen?
Dove sono, dove, Vergine Sovrana?
Ma dove sono le nevi di una volta?
Voci lontane...sempre presenti.
E quindi o questo infrangi-leggi sia ereditario o elettivo, usurpatore o legittimo, uomo buono o tristo, uno o molti; a ogni modo , chiunque ha la forza effettiva che basti a ciò fare è tiranno; ogni società che lo ammette è tirannide; ogni popolo che lo sopporta è schiavo."
Vittorio Alfieri , 1789
"Sia pace ai frati, purchè sfratati
e pace ai preti,
ma pochi e queti;
cardinalume
non tolga lume,
lo maggior Prete
torni alla rete"
Vittorio Alfieri, 1802
Che quel vecchio trombone del mio conterraneo fosse stato un po' preveggente?
martedì 6 gennaio 2009
Giochino epifànico
1) La tua età al prossimo compleanno:
2) Un posto che vorresti visitare:
3) Il tuo posto preferito:
4) Il tuo oggetto preferito:
5) Il tuo cibo preferito:
6) Il tuo animale preferito:
7) Il tuo colore preferito:
8) Il posto in cui sei nato:
9) Il posto in cui vivi:
10) Il nome di un animale domestico che hai avuto:
11) Il tuo nick sul blog:
12) Il tuo vero nome:
13) Il nome delle tue nonne: paterna...
14) ...e materna:
15) Una tua brutta abitudine:
16) La tua vacanza preferita:
lunedì 5 gennaio 2009
Il coraggio di essere veri cristiani
Lo pubblico perché queste cose non si vengono mai a sapere, e si finisce per convincersi che essere cristiani voglia dire essere come la Binetti o come Povia.
"Ratzinger come Hitler "
di don Franco Barbero
Ho già rilasciato una dichiarazione oggi a Micro Mega, ma intendo in questi giorni proseguire la riflessione sulla mostruosa dichiarazione vaticana. Opporsi alla depenalizzazione universale dell'omosessualità significa fornire legittimazione , anzi incitamento, alle violenze, alle torture e alle esecuzioni capitali contro gli omosessuali. Quindi Ratzinger,in sostanza, si muove esattamente nella prospettiva sterminatrice e assassina di Hitler. Bisogna dirlo chiaro e forte. In questo momento in cui l'arroganza delle destre colpisce gli omosessuali con ritmi quotidiani, il vaticano favorisce questo fiume di aggressioni e di violenze. Il papato romano si è messo apertamente dalla parte dei violenti ed è diventato uno dei maggiori maestri di immoralità e di degrado morale. Come cristiano provo un profondo ribrezzo per una istituzione che presume di parlare in nome di Dio mentre è in preda al delirio di onnipotenza, tipica patologia dei tiranni. La chiesa di Gesù va cercata altrove e, in piena solidarietà con le lotte degli omosessuali , delle lesbiche e dei transessuali, sono sicuro che la storia getterà nella pattumiera molto presto questo sudicio documento della criminalità vaticana. Tutto questo ci dice che sempre di più dobbiamo guardare avanti fiduciosamente e lottare per l'espansione dei diritti.
domenica 4 gennaio 2009
Capodanno
Ma al tatto la mia felicità aveva una consistenza di seta e di velluto; aveva il sapore di torta al cioccolato e di the alla vaniglia; il suono delle nostre risate e dei nostri sospiri; l'odore tiepido di nido e quello pungente della neve osservata dal balcone. La mia felicità è stata un insperato incantesimo , un vortice di magia con dentro tante di quelle sensazioni, ed emozioni, e scoperte, e rapimenti e bellezze, ( ci si è messo pure Lorenzo Lotto, a fare la sua parte! No, dico: Lorenzo Lotto!) che non credevo fosse possibile racchiudere in quattro giorni.
Ma l'incantesimo più grande è stato nel rendermi conto di non essere solo " un grumo agitato di guai e di rancori che recrimina perché l'universo non si dedica a renderlo felice" .
Grazie per avermi donato tutto questo.