lunedì 23 agosto 2010

Tanti saluti e baci




La cosa più bella che mi sia capitata in queste vacanze è stato ricevere una cartolina. Che detto così uno potrebbe pensare: "mamma mia che vacanze sfigate deve aver fatto questo tizio!"; e in effetti tutti i torti non li avrebbe, visto che di vacante ho avuto esclusivamente l'umore, per venti giorni indeciso fra la tristezza malinconica, la depressione strisciante ed il panico crescente. Però ricevere una cartolina, e riceverla da una persona cui voglio bene più che a me stesso, mi avrebbe mandato in brodo di giuggiole anche avessi trascorso tre settimane fra Key West, Formentera e Rio de Janeiro. Le cartoline sono fra le cose che si stanno lentamente estinguendo, e presto anche loro faranno la fine delle cabine SIP, del mangianastri, dell'acqua vichy , della carta moschicida e delle lettere d'amore: non le userà più nessuno. Io, per dire, in tutta l'estate non ne ho ricevute che due; ma l'altra era dei nipotini dal mare, volevo vedere se avessero avuto il coraggio di non spedirmela, sicchè non conta. Due, in un'estate. Quando una volta le cartoline erano una valanga che iniziava alla fine della scuola e continuava fino alla sua riapertura. Tra compagni di classe, amici, vicini di casa, la zia Tilde che viaggiava molto, il cugino Tino che non viaggiava mai ma stava in Svizzera e scriveva ogni settimana, tra tutta questa gente la casa si riempiva di vedute, panorami, spiagge al tramonto, immagini di ombrelloni e di pedalò, di baite montanare o di città misteriose e irraggiungibili come Parigi, Londra, Copenaghen. No, dico: Copenaghen! Se ti arrivava una cartolina da Copenaghen, o magari da Oslo, la spupazzavi con tutto il vicinato, e gli amici li facevi diventare verdi d'invidia. E se andavi via tu le cartoline che spedivi a tua volta erano a pacchi, e dovevi dedicarci interi pomeriggi per non dimenticare nessuno e per trovare una frase originale e mirata per tutti, che non fosse il vieto : "A Loano andai, a te pensai, questo saluto ti mandai". Poi più nulla: e capirai, col telefono, gli mms, Skype, le e-mail e tutte le altre diavolerie, cosa le mandi a fare? Però era bello spedirle e bello riceverle. Ognuna di esse aveva in se qualcosa del luogo di partenza; qualcosa di materiale, di tangibile, di concreto. E ognuna di esse viaggiava materialmente, tangibilmente, concretamente; e ripeteva lo stesso itinerario compiuto da chi le inviava, quasi duplicandolo ad uso esclusivo e personalissimo del destinatario. Ecco perché ricevere una cartolina da quella persona carissima, una cartolina all'antica, di quelle con una romantica veduta notturna, con la frase originale e spiritosa scritta in bella calligrafia, con le firme di tutti i compagni di viaggio, mi ha riempito di sorpresa, di struggimento e di poesia, e me l'ha resa ancora più cara e preziosa.
Così l'ho messa sul tavolino da notte, dietro la sveglia, in modo che sia l'ultima cosa su cui poso gli occhi prima di spegnere la luce. E ce la terrò finchè dura questo tipo di Estate.
Naturalmente ho poi chiamato la persona cara al telefono, per ringraziare; e altrettanto naturalmente ha risposto: " Eh, capirai, per così poco!". Ho provato a spiegarle il significato della sua cartolina e del suo gesto, ma non so se avrà capito.
Le dedico comunque il qui presente postino, casomai passasse da queste parti.


Il postino della Val Gardena/

bacia solo con la luna piena/
uno a te, uno a me/
yuke-lì , yuke-lì ohilè!

10 commenti:

Marco Boccaccio ha detto...

mi torna in mente la prima volta che andai a venezia: facevo il quarto anno del liceo, la preistoria. spedii montagne di cartoline: dato che, come è noto, l'entusiasmo per un luogo si misurava in chili di cartoncini spediti. ora nemmeno so dove si comprano... come ci siamo ridotti, signora mia!

SkraM ha detto...

ricordo che da ragazzino mia sorella scriveva almeno una decina di cartoline e io un po la invidiavo perche io invece non avevo nessuno a cui scrivere... una volta diventato piu grande ho cominciato a scriverne qualcuna anche io ma sempre e solo 3 o 4... giusto ai compagni/e di scuola con la quale avevo piu amicizia... crescendo ho appurato che l'uso della cartolina e' andato via via perdendosi tanto e' vero che quest'anno non ho scritto a nessuno nemmeno io...

Edgar ha detto...

l'acqua vichy...????

Rosa ha detto...

Shame on meeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

Gan ha detto...

ai due Marchi: per me spedire le cartoline era un vero tormento, ma lo facevo. Spesso però le spedivo una volta a casa, sperando che i destinatari non controllassero il timbro postale!

@ Edgar: nella mia infanzia si chiamava "acqua vichy" quella frizzante fatta in casa con le bustine di Idrolitina o di Salitina.

@ Rosa: bentornata! Non preoccuparti, la cartolina me la porti di persona. :-)

Poto ha detto...

La Nonna LadyGaga quand parto mi dice SEMPRE
"Mandami una cartolina da Napoli o da Messina o da Cantù"...

A Casa Poto, Padree con le cartoline c'ha fatto avere un brutto rapporto: per ANNI ci disse che potevamo scrivere al massimo 5 parole (credo fossero reminescenze del suo passato oltralpe) il che implicava "Saluti Padre, Madre, Sorella, Poto".

Fino a quando io & La Sorella, impavidi, non decidemmo di infrangere il tabù: bvia di frasi elaborate con l'ansia che il ricevente avrebbe dovuto pagare una "multa".
Peraltro MAI arrivata..

E fu da allora che, ognuno per la propria strada, continuiamo a mandare cartoline, che sia da Napoli, Messina o Cantù!!

Gan ha detto...

@ Poto: allora quando vai a Napoli mandami una cartolina, mi raccomando!
Quella con Pulcinella che mangia gli spaghetti con le mani, ed il Vesuvio sullo sfondo.

PS: quello della multa era un pessimo scherzaccio. Si spediva la cartolina senza affrancarla, così il destinario doveva pagare lui, con l'aggiunta di una piccola sanzione.
Dicitura di prammatica: "Tanti saluti e baci, paga la multa e taci"

Principe Kamar ha detto...

Ma oggi la maggior parte delle cartoline sono così brutte perché troppo standardizzate ai gusti cafoneschi degli stereotipi del turista-medio: anonimo tramonto, spiaggia indefinita e l'immancabile pseudo vamp in tanga, senza dimenticare le forme più strambe di dubbio gusto rispetto al canonico rettangolo.
Piuttosto che spedire questo orrore meglio un pensierino da consegnare a mano.

Sopravviverò a malincuore alla scomparsa delle cartoline, senza troppi rimpianti alle cabine telefoniche ma alle lettere d'amore giammai! Anzi mi sa tanto che incomincerò ad autospedirmele quando andrò in giro qua e là perché ho sempre provato invidia per chi le conserva gelosamente in una scatola di latta e poi non ne ho mai ricevuta una in vita mia. Che tristezza!

luce ha detto...

Io le cartoline le sperisco ancora cn tanto di baci e abbracci perchè credo sua bellissimo sapere che quelle mani e quelli occhi hanno avuto un pensiero per chi si vuole bene.
E qundo le ricevo, sempre, per me è una gioia.
Spedisco anche le cartoline virtuali ma non è la stessa emozione.
E volte il passato è meglio del presente, senza dubbio.
Un saluto affettuoso e w le cartoline!

Anonimo ha detto...

sarò all'antica ma io scrivo sempre cartoline quando vado via. A volte mi ricordo addirittura di spedirle.