domenica 27 luglio 2008
Di Luglio
Di luglio in Siena, su la saliciata,
con piene le 'nghistare di trebbiani;
ne le cantine li ghiacci vaiani,
a man e sera mangiare in brigata
di quella gelatina ismisurata,
istarne roste, gioveni fagiani,
lessi capponi, capretti sovrani
e, cui piacesse, la manza e l'agliata.
Ed ivi trar buon tempo e buona vita,
e non andar di fuor per questo caldo;
vestir zendadi di bella partita;
e, quando godi, star pur fermo e saldo,
e sempre aver la tavola fornita:
e non voler la moglie per gastaldo.
Amo Folgòre ed i suoi Mesi, ma Luglio è uno di quelli che amo più di tutti. Sarà perché mi tira in ballo Siena, cioè la città che adoro sopra ogni altra. Sarà perché saggiamente mi sfugge alla canicola rifugiandosi nella frescura delle sue case dai muri spessi, e dalle cantine stipate di ghiaccio. Sarà perché d'estate adoro le gelatine, il Trebbiano e le belle brigate; ma a me questo sonetto mette addosso come una nostalgia per cose che ho vissuto ed amato, e che forse non torneranno più.
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