giovedì 2 giugno 2011

Unter den Linden





Lui - una parola
Io - una parola
E l'autunno incalza

Takahama Kyoshi

Per fortuna da qualche giorno sono fioriti i tigli, ed il loro profumo, che adesso sotto queste strane e fresche pioviggini quasi non si sente, fino all'altra sera mi inondava di un qualcosa molto somigliante ad una felicità sognata a lungo, e raggiunta solo per caso.
Il profumo dei tigli, di questi tempi, è uno dei pochi balsami per l'anima che posso ancora permettermi. Sapendo che durerà poco cerco di farne incetta e riserva respirandolo a pieni polmoni, denso e grasso, nel viale giù in paese; o quasi indovinandolo quassù sul bricco tra i mille altri sentori trascinati dalla brezza notturna : cosa un po' stupida, visto che il ricordo delle felicità perdute o negate non è mai così bello e così utile come si penserebbe. Soprattutto se manca la speranza di poterle rivivere. Ma non ho altro modo per calmare le crisi d'ansia e di sconforto che da qualche settimana mi assalgono a ondate cicliche e frequenti; e se non le calmo mi viene da rintanarmi in solitarie ed irraggiungibili forre mentali che conosco solo io: in attesa che passino, sì, ma col rischio di non riuscire poi a ritrovare la strada del ritorno.
E non so per quanto tempo ancora potrò continuare con questi andirivieni e con questo giocare a rimpiattino con me stesso.
Mi sto logorando.
Troppo.
Per niente.
Ripeto tutto il giorno le parole di Rabbi Hillel: " Se non sono me stesso, chi lo sarà per me? E quando sono me stesso, chi sono? E se non ora, quando?" Ma è come un esicasmo alla rovescia.
Finché posso, mi dimentico nei fiori di tiglio.