sabato 31 maggio 2008

Uma casa portuguesa


Di sabati tristi ne ho passati talmente tanti, che ormai ci ho fatto il callo. Ma cosa si fa quando ti senti stringere la gola per qualcosa che non sai nemmeno bene definire? Quando ti senti esterno a te stesso al punto da guardare la tua vita da lontano? Io ascolto il Fado. Non è affatto una musica triste, anzi, non di rado è briosa e tonificante come una mattina di Aprile. Certo, ha questo fondo di struggente malinconia che a detta di alcuni amici miei la rende deprimente: " Ma sei scemo- dicono- ad ascoltare questa roba?" . Boh, sarò scemo, ma su di me ha l'effetto di allentare il nodo alla gola in serate come questa, di lasciarmi guardare dentro con un minimo di indulgenza e soprattutto di sciogliere temporaneamente il carapace dell'animaccia mia indurita.
Chi eventualmente dovesse leggere quanto segue, è pregato di non dirlo in giro perchè sennò lo faccio secco, ma il Fado, assieme ad alcune canzoni di Edith Piaff e ad altre di Dalida, mi fa piangere ogni volta. Intendiamoci, mica le cateratte del Nilo! Bastano tre lacrimoni grandi così, gli occhi rossi e brucianti per un pò, ed il senso di liberazione che si prova dopo.
Mi spiace non riuscire ad inserire un filmato, ma mi piacerebbe farvi ascoltare uno dei miei pezzi preferiti e ...lacrimogeni,
cantato dalla grandissima Amalia Rodrigues.
Per chi non capisce il portoghese, niente paura: il video è sottotitolato
in giapponese!

mercoledì 28 maggio 2008

Poemi ptocoprodromici


Giuro, preferirei conoscere a memoria l'ultimo hit di Madonna e saperlo ballare in modo assertivo e aggraziato. Ma non c'è verso, la Ciccone mi è ostica al punto da risultarmi insignificante, e tutto quello che ammiro nell'arte tersicorea si riduce in definitiva a Roberto Bolle, agli sculettamenti dei ballerini di latino-americana ed alle loro fantastiche mises. Oddio, non sono come Battiato che a Beethoven e Sinatra preferisce l'insalata, e a Vivaldi l'uva passa che gli dà più calorie. Ma insomma, siamo lì. Manfred direbbe: "Sei strano", guardandomi con la stessa indulgenza affettuosa che Marcie riservava a Piperita Patty. Ma Manfred è un angelo, e non fa testo. Allora cosa c'entrano 'sti poemi con il nome che ricorda una serie di pernacchiette? Ih, che furia! un po' alla volta, e ci arrivo.

domenica 25 maggio 2008

Che cuoco pasticcione!


Una delle cose che considero più sexy in un uomo è la sua capacità di stare ai fornelli. Un'altra è l'autoironia. Dunque si può immaginare il mio subbuglio ormonale quando Manfred ( che, vi assicuro, è già fregno di suo) mi ha mandato questa lettera:

" Ieri mi ha preso la smania di allestire La Prima Parmigiana Della Mia Vita (che per semplicità d'ora in avanti appellerò LPPDMV, o Parmy). Ho cominciato a far tutto a mezzogiorno, ma ho dovuto stringere i tempi e fare molte cose insieme, perché nel frattempo:
1- Francesco mi avvisava (telefonata mentre mescolavo il sugo) che sarebbe arrivato prima del previsto: alle quattro e mezza sarà già qui, e io alle quattro dovrò uscire per andare in stazione;
2- Dovevo pur preparare qualcosa da mangiare per me a pranzo e, visto che una persona furba avrebbe deciso di guadagnare tempo riscaldando qualcosa di pronto, e considerato che io non rientro nei parametri tipici della persona furba, ho deciso di buttarmi su un risotto, che tutto è, fuorché già pronto, e necessita di cure costanti, come saprai.
Dunque con le mie creature sul fuoco, intrattenevo la conversazione telefonica con Francesco, poi una serie di messaggi (cretini, ovviamente) con Fulvia, mentre le mie mani accumulavano strati di pastella all'uovo e di farina e puzzo di melanzane e zucchine fritte, poi si sporcavano di ragù e besciamella e pepe e noce moscata, farina da tutte le parti, latte che si spargeva ovunque dacché, mostrando ancora la consueta scaltrezza, continuavo a spostare altrove (tipo gioco delle tre carte) il bicchiere che conteneva la bevanda munta, la quale evidentemente però giaceva non solo all'interno del vetro, ma anche sul fondo. Il momento clou è arrivato intorno all'una e mezza: tutti e quattro i fornelli erano accesi, e avevo già attivato il forno perché si cominciasse a scaldare; la porta della cucina l'avevo lasciata chiusa per impedire ai troppo forti olezzi di invadere altrui spazi. Ebbene, il cielo ha pensato bene di prorompere in fragorosi tuoni e lampi accecanti, cosicché in pochi secondi è scoppiato l'ormai quotidiano appuntamento con l'acqua; la quale entrava da tutte le parti, per cui ho ultimato la costruzione della mia camera a gas sigillando finestre e imposte, in quel calore sempre crescente misto a miasmi probabilmente cancerogeni. Faticoso! Almeno il risotto era buono. Poi ho impiegato un'ora a lavare tutti i piatti e le stoviglie che avevo sporcato (tutti quelli presenti in casa, di fatto), e, sfinito, ho fatto una doccia e ora sorseggio caffè. Mi vesto, devo correre a prendere Francesco. Non faccio in tempo neppure a rileggere, quindi scusa per gli errori commessi, spero non a caterve."

Io lo amo, quest'uomo.
(Ps: Manfred non è quello della foto, ma gli somiglia. Sennò che ce la mettevo a fare?)

Mala tempora currunt.


Lo so, sono un uomo semplice, di scarsa cultura e di irrimediabile ingenuità. Credevo che le violenze neonaziste del Pigneto e l'aggressione a Christian Floris fossero accolte da una unanime ondata di sdegno, di indignazione e di condanna. E invece mi devo rassegnare, la deriva morale di questo Paese si legge anche nelle reazioni a fatti del genere. Tanto per mettere i puntini sulle i:
nel primo caso si tratta di plateale ed esibita violenza xenofoba neonazista; nel secondo, di un atto intimidatorio nei confronti della libertà d'espressione e dell'impegno sociale. Due aberrazioni da respingere in quanto tali, con tutto il furore e l'incazzatura del caso. Macchè. Nel Paese dei Guelfi e dei Ghibellini non sono i fatti, che contano, ma la lettura e l'interpretazione che si dà di essi.
Così lo spaventoso rigurgito neonazista viene ricondotto alla violenza endemica, ordinaria, "a 360 gradi", e alle presunte responsabilità di chi quella violenza ha lasciato crescere e prosperare.
Si rinfaccia alla grande :"dove eravate quando i centri sociali a Genova spaccavano le vetrine?".
Si minimizza: "ma dai, ma dove vivete, questi folcloristici scalmanati ci sono da sempre, ogni tanto fanno qualche bravata ma non è mica morto nessuno. E poi, via, con tutti i problemi di delinquenza e di degrado che ci sono a Roma star lì a far le pulci per una ragazzata! Quando il comunismo ha fatto milioni di morti, oltretutto".
Si invita agli esami di coscienza, all'autocolpevolizzazione, al pensiero debole. Si fanno a gran voce le chiamate di correo. E i pochi che si indignano seriamente ed onestamente vengono zittiti a colpi di "ma-anchismo" e di "benaltrismo". Mala tempora currunt.

sabato 24 maggio 2008

Tanto tuonò, che piovve.




Siamo arrivati alla notte dei cristalli,
che peraltro il dernier cri prevede si svolga di pomeriggio. Di ebrei non ce ne sono praticamente più, e bisogna ripiegare sugli immigrati. Pazienza se non sono stupratori, rapitori di bambini o viados brasiliani; del resto quelli non hanno mica vetrine da infrangere, e senza lo scroscio dei vetri in frantumi la notte dei cristalli en matinée non riesce bene. Allora tocca agli immigrati che lavorano, che fanno impresa, che pagano le tasse gestendo negozi e bar. Con vetrina, appunto.
Tocca a loro essere le ennesime vittime di queste settimane atroci, fatte di pogrom e di cacce all'uomo in un'Italia che sembra improvvisamente impazzita. Tocca a loro essere gli ennesimi testimoni del risollevarsi di un'idra velenosa che si pensava scomparsa e che invece ad una ad una risolleva le sue teste. Tocca a loro, questa volta , sorbirsi i compunti attestati di solidarietà da parte di coloro che quest'idra hanno contribuito a risvegliare. Perchè abbiate pazienza, ma io fra le bandiere con le croci celtiche che sventolavano in Campidoglio poche settimane fa e le svastiche che decoravano i foulard dei neonazisti del Pigneto continuo a vederci poca differenza. Come vedo poca differenza fra gli assassini di Nicola Tommasoli
e gli aggressori di Christian Floris
, pestato e intimidito perchè gay impegnato nella militanza GLBT. Già, dopo i clandestini, i rom, i trans e gli immigrati regolari tocca ai gay, non c'è verso. Da mesi compaiono in giro manifesti che incitano alla Jihad, ed evidentemente qualcuno ha pensato che sia ora di passare ai fatti. Tanto tuonò, che piovve.

venerdì 23 maggio 2008

Di Maggio















Di maggio sì vi do molti cavagli
e tutti quanti siano affrenatori,
portanti tutti, dritti corritori;
pettorali, testere de sonagli,

bandère con coverte a molti 'ntagli
di zendadi e di tutti li colori;
le targhe a modo degli armeggiatori;
viuole, rose, fior, ch'ogn'om abbagli;

e rompere e fiaccar bigordi e lance,
e piover da finestre e da balconi
en giù ghirlande, e 'n su melerance;

e pulzellette gioveni e garzoni
baciarsi ne la bocca e ne le guance:
d'amor e di goder vi si ragioni.

Folgore da San Gimignano.

S'ignora Carfagna

La valletta di Mengacci, molto compresa nel suo nuovo ruolo, si sta dando da fare ( no, non in quel senso lì) come Topolino in "L'apprendista stregone", combinando un sacco di guai, cercando di rimediarvi un pò affannosamente e alla fine peggiorando le cose. Ma della più bella ministra europea e dei suoi pasticci se n'è parlato a iosa in questi giorni, mi sembra tempo perso continuare a spettegolarne proprio qui, santo cielo, con tutto quello che ho da fare.
Però è troppo carina quest'ultima faccenda !
Mara, tesoro mio, sono sicuro che non sei stata tu a scrivere quel pezzo con le vocali apostrofate invece che accentate, ma dà retta, cambia il tuo ghost-writer, quel birbaccione ti sta derubando. Io sono l'ultimo a poter parlare, visto che ho la pessima abitudine di scrivere "un pò" invece che "un po' " . Però quel mascalzone retribuito ti sta facendo fare una pessima figura, credimi.
Non per altro, perchè sta dimostrando come quel genio che ti ha battezzata S'ignora Carfagna avesse ragione.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

giovedì 22 maggio 2008

Io sono al terzo cerchio, de la piova
etterna, maladetta, fredda e greve;
regola e qualità mai non l'è nova.

Grandine grossa, acqua tinta e neve
per l'aere tenebroso si riversa;
pute la terra che questo riceve.
Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e 'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.
Urlar li fa la pioggia come cani;
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani.

mercoledì 21 maggio 2008

Vabbè

Mi sa che ci siamo cascati, Bob: quei maledetti musi rossi ci hanno fregato. Lo diceva sempre il vecchio Athanasius: "Figliolo, quando vedi qualcuno che va in giro con delle penne di tacchino sulla capoccia non fidarti mai: non può essere una persona seria". Bob, amico mio, però promettimi che non mi lascerai cadere vivo nelle mani di quegli scotennatori: almeno non oggi che ho speso una fortuna dal parrucchiere per farmi le mèches.