giovedì 15 aprile 2010

Valigia


Fossi sposato avrei le corna, è matematico. Fossi sposato, visto che i miei anni son quelli che sono, lo sarei da un bel po' di tempo; e il mio consorte, troppo buono per mollarmi, cercherebbe tuttavia fra le braccia di un altro la consolazione per il mio eccessivo, protervio trascurarlo.
Tornato da poco, domani riparto: e un altro fine settimana se ne andrà così. Ma nel frattempo se ne sono andate due sere dedicate ai clienti, e domattina la sveglia è alle quattro; e per di più sono stressatissimo per tutte le incombenze che se ne stanno lì quatte quatte in agguato, pronte a zomparmi addosso.. "Io ho sposato te, non le tue incombenze" mi direbbe per l'ennesima volta, seccatissimo, il fantomatico consorte girandosi dall'altra parte del letto dopo aver constatato il mio stato pre-comatoso, e ascoltato le mie scuse bofonchianti di sonno e di stanchezza. Poi ovviamente verrei a scoprire il trescone, e ci starei malissimo: ma non saprei cosa dire, sentendomi in colpa io, gran seminatore di venti ma riluttante vendemmiatore di tempeste.
Essere uno scapolone irredimibile, tutto sommato, ha i suoi vantaggi: devo solo limitarmi a prendere a schiaffi me stesso. D'ora in avanti quando mi chiederanno: "Ma perché non sei sposato?" risponderò, mentendo: "Per non avere più corna di un caribù".
La valigia è di nuovo pronta, e domani sarà di nuovo Francia. Non quella lontana e incantata, ma questa più prosaica e consueta, qui dietro l'angolo. In realtà, come al solito, malgrado i chilometri non mi muovo da me stesso; e continuo a restare su quella panchina, con la mia valigia, da solo.

giovedì 8 aprile 2010

A Brocéliande!




Si, avrei voluto parlare della mia Pasqua dolce e raccolta e umorale e benefica, anche se altri lo hanno fatto, meglio di quanto avrei potuto io. E avevo altre cose da raccontare, da quando sono sfuggito per un pelo agli incantesimi della maliarda Melusina. Ma me ne sono successe di tutti i colori, e la voglia è andata a farsi friggere. Fortuna che de profundis riesco ancora a vedere gli occhi delle persone amate, a sentirne le voci, a sorriderne e a sentirmi più forte e meno perseguitato. E così questa vecchia pellaccia spelacchiata ringhia contro il destino, si, ma continua a modulare i suoi richiami alla luna, in queste notti di Aprile. C'è che domattina presto si riparte, e non c'è infingardaggine nè paturnia che tenga: andarsene senza salutare non è mica bello. C'è che domattina presto parto per Broceliande, dove Merlino, non vivo e non morto, è ancora imprigionato nel tronco di un albero a causa dei sortilegi della Dama del Lago: ed è meglio che se ne stia là dentro, perché è del tutto diverso dal vecchietto irascibile ma buono della Disney, ed è molto più simile, nel carattere, a maga Magò. Con Vivienne, la Dama del Lago che abita lì nei paraggi, grossi problemi non dovrei averli. Anzi, magari ci scappa pure mi regali l'anello che rende invisibili, e che di questi tempi capiterebbe a fagiolo. Ma spero di non incappare nella Valle Senza Ritorno perché poi magari va a finire che decido di fermarmici davvero, e toccherebbe ad Ywain, il cavaliere del Leone che bazzica da quelle parti, venirmi a cercare, darmi una piattonata in testa e riportarmi a casa; perché detto fra di noi: ma che ci starei a fare, lassù?
Una cosa è certa: se scampo ai pericoli e alle insidie, e se sconfiggo quell'energumeno di Caradoc, tornerò al blog che sto trascurando, e che comincia a mancarmi.

LEAL SOUVENIR