martedì 30 dicembre 2008

Buon Anno!


Da domani stacco la spina per qualche giorno, e torno a dedicarmi alla mia piccola e personalissima queste du Graal. Un abbraccio sincero a tutti. Non fatemi stare in pensiero mentre sono via!

lunedì 29 dicembre 2008

Please, don't divorce us!




Una bella gatta da pelare: com'è noto, la famigerata Proposition 8 ha per il momento abrogato la legge che a suo tempo istituì i matrimoni gay in California. Ora che sarà delle migliaia di nozze celebrate mentre la legge era in vigore? Che sarà delle migliaia di famiglie formatesi grazie ad esse? Il buon senso, e , credo, anche la prassi giuridica le vorrebbero perfettamente lecite e legali: immagino sia ben difficile applicare in senso retroattivo l'esito del referendum. Ma ritenendole lecite e legali si apre un evidente vulnus ed una discriminazione nei confronti di quanti vorrebbero accedervi in futuro, e non potranno farlo. Nell'attesa di sapere se la Corte Costituzionale deciderà di salvare la capra, i cavoli, o magari entrambe le cose, molti californiani si sono mobilitati da tempo in difesa di quello che resta un innegabile ed irrinunciabile diritto civile. L'ultima iniziativa è questa bella campagna su Flickr, che ha prodotto una sterminata e commovente galleria di ritratti: non solo delle famiglie in pericolo, ma anche di moltissimi loro sostenitori, parenti, amici.
Da vedere, per capire che l'ignoranza, la superficialità e l'odio omofobico non devono dividere ciò che l'amore ha unito.
Vedendo queste foto, poi, non si può fare a meno di prorompere nel grido tanto caro agli organizzatori del Family Day: "E i bambini? Non ci pensate ai bambini?"

(Fonte: Repubblica on line)

domenica 28 dicembre 2008

Un po' di sana cattiveria natalizia


Berlusconi: "Se esce una sola mia telefonata, lascio l'Italia".
Abbiamo ancora qualche speranza.

giovedì 25 dicembre 2008

Burp!




Ostriche Utah Beach e Champagne

Lecca-lecca di triglie di scoglio e spuma di mare, accompagnati
da una tartare delle medesime


Capesante gratinate alle mandorle e pistacchi

Involtino di sogliola e filetto di tonno, con raviolo farcito
di crema di nocciole e salsa ai capperi


Passatelli di scampi nel consommé di scampi

Branzino in meringa al cardamomo, accompagnato
da hummus allo zenzero e sedano-rapa
spadellato

Corbeille di formaggi Blu europei

Torta multistrato di pasta di mandorle, canditi e frutta secca

"Carteddate" lucane

Marbré di frutta tropicale in gelatina di Moscato

Friandises

Al cinquanta per cento ho cucinato io, soprattutto le cose da farsi all'ultimo momento.
Suggestiva la mise en place giocata sul bianco con qualche tocco di rosso e d'oro.
Eccellenti i vini, ça va sans dire.
Ve l'avevo detto che avreste fatto bene a venire!

E' Natale!

"Non c'è niente di più triste al mondo che svegliarsi il giorno di Natale e non essere un bambino."

Erma Bombeck

martedì 23 dicembre 2008

Auguri a tutti!



Per Natale mi piacerebbe fare un regalino personale ad ognuno degli amici che leggono queste pagine, le commentano e trovano il modo e la pazienza di essermi vicini e presenti. Non sono riuscito a noleggiare la slitta e le renne, dice che l'hanno data ad un ciccione finlandese; e proprio non avrei tempo per fare tutti quei pacchetti. Così me la cavo con un pensierino collettivo: con il "Jubilate Deo" del mio adorato Giovanni Gabrieli. I regali, per quanto modesti, devono avere dentro un pezzettino di chi li fa. E di me, in questa musica, direi che ce n'è un bel pezzettone. Mi piacerebbe davvero che qualcuno la ascoltasse nel momento di scambiare i regali con le persone che ama. E siccome i regali devono essere ben confezionati, il mio lo incarto con la "Canzona XIII", sempre di Gabrieli, per una presentazione essenziale ma sontuosa.
Il bigliettino d'auguri non lo allego, non sono bravo in queste cose: direi volentieri "Vi voglio bene", ma temo di essere scambiato per Simona Ventura, e lascio correre.
L'augurio si, lo faccio: possano le vostre Feste essere dolci, tenere, confortanti e calde come l'abbraccio della persona che amate.
Un bacio a tutti.

(Ps: sia chiaro, se qualcuno dopo aver ascoltato la "Canzona XIII" dice che mi piace Gabrieli perché sono un vecchio trombone, Natale o no, lo strozzo! :p)

Auguri, Benny!


Trovo molto carina questa lettera di auguri che un uomo di Chiesa, Don Franco Barbero, ha mandato proprio oggi al nostro Benny. La pubblico integralmente.


Caro papa Ratzinger,
anche se in questi giorni sono molto assorbito dal ministero, voglio farti giungere almeno un "bigliettino" augurale, un pensierino confidenziale.
Non potresti a Natale fare il buon proposito di trascorrere il 2009 senza parlare di gay e lesbiche? Ora poi ti stai mettendo a rilasciare dichiarazioni anche sui transgender e transessuali, ma forse non ne hai mai ascoltati davvero.
Guarda, caro Joseph, che stai straparlando. Invecchiando, un po' tutti ripetiamo ossessivamente sempre le stesse cose e rischiamo di non riconoscere più le nostre aree di ignoranza.
Datti una calmata, svagati un pò......Più che una star, ora sei uno spaventapasseri. Sei talmente l'icona, la personificazione della tristezza che, anche quando parli di gioia, il tuo volto lascia trapelare i segni dell'angoscia.
Buon Natale a te, caro Joseph. Metti un po' da parte gli omosessuali, che sanno sbrigarsela da soli, e leggiti un delizioso romanzo di Luigi Sandri "Cronache dal futuro. Zeffirino II e il dramma della sua chiesa" ( Gabrielli Editori). Ti solleverà un po' lo spirito.
E poi ..... mi fai tanta tenerezza. Che vita è mai la tua.....tra gente che ti bacia l'anello, tra inchini e bave reverenziali, tra zucchetti cardinalizi che nascondono soldatini di carta pesta. Qualche volta non ti senti mancare l'aria? Muoversi tra viscide porpore, anelli, incensi e genuflessioni dev'essere come vivere in un mondo artefatto che fonde il cervello e gela il cuore. In certi ambientacci si diventa glaciali e, diciamo la verità, si diventa un problema per se stessi e per gli altri. Se mi rispondi, anche senza scrivere una bolla o, come dicono i soliti maligni, una balla apostolica, continueremo il dialogo. Ti ricordi che mi avevi già scritto una volta una lettera non proprio carina?
In questo Natale ti mando un caldo ciao.
don Franco Barbero

domenica 21 dicembre 2008

Worried man blues


Lo ammetto, non è solo una questione di raffreddore incipiente. Il lavoro non sta andando per il verso giusto: ce n'è sempre troppo, e quel che è peggio manca la forza per affrontarlo come dovrei. Se appena ci penso, mi accorgo non essere questa la vita che volevo, e per la quale mi sono sbattutto tutto questo tempo. Se appena ci penso, sento il peso di troppe responsabilità e troppi doveri che non mi sono cercato, ma che mi sono trovato sulle spalle senza nemmeno accorgermene, e che adesso mi stanno schiacciando. Se appena ci penso, sento il dolore provocato dalle troppe mie reticenze, dai troppi miei silenzi. E là fuori le cose non vanno meglio, con quegli ometti che non contenti di fare il Napoleone vorrebbero diventare Cesare, e quegli altri innumerevoli omuncoli pronti a dire: "Parliamone".
Per fortuna c'è il blues, inventato apposta per rispondermi: "Eh, capirai. Senti qua, allora!".
Per fortuna c'è Big Bill Broonzy che mi dice: "Ma anch'io, sai? E tanti altri."
Poi mi fa l'occhiolino , un sorriso timido, e imbraccia la chitarra.

sabato 20 dicembre 2008

Strettamente personale

"Esistono le cose vere e le cose supposte. Lasciando da parte le cose vere, le supposte dove le mettiamo? "

(Antonio De Curtis)

A Natale sono tutti più buoni!


E' il momento giusto per darsi al cannibalismo.
(by Cerberus)

lunedì 15 dicembre 2008

Idea!


Il libro è di quelli che si leggono d'un fiato, di quelli che fanno sognare: incantevole, struggente e scritto benissimo. Credo sia un'ottima idea per fare un regalo di Natale a chi si vuol bene. O magari a se stessi, che un po' di auto-coccole non fanno mai male.
Al momento non è facile reperirlo nelle librerie, ma lo si può acquistare on line contattando direttamente l'autore. Se gli dite che siete amici miei, capace che vi faccia pure lo sconto! ;-)

Songs and tears

Lo ammetto, ci sono canzoni che mi fanno piangere ogni volta. Una è la vecchissima " Don't make me over" di Dionne Warwick, che sento in giro da quando sono al mondo, e che puntualmente, quando arriva all'acuto, mi fa venire un groppo alla gola, mi fa bruciare gli occhi e me li inumidisce di lucciconi non sempre ricacciati dentro abbastanza in fretta. Da notare che capisco poco l'inglese, soprattutto se cantato: ma quell'effetto è sempre stato del tutto svincolato dal testo e dall'eventuale "messaggio" che proclama. Un effetto come la musica di Orfeo che ammansiva le bestie, ecco, e di sicuro le faceva anche piangere.
Insomma, stamattina sento in radio la Warwick per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta quando attacca l'acuto mi vengono i lucciconi e tutto il resto. Poi però sono andato a cercare il testo, e sono rimasto di stucco a leggere:

Accept me for what I'am
Accept me for the things that I do

Just take me inside your arms, I hold me tight,
and always be by my side,
If I'am wrong or right


Insomma, mi sono sempre commosso per frasi che non capivo, ma che mi porto dentro, e fanno parte di me. E non l'ho mai saputo per tutti questi anni!

(per ascoltare la canzone, cliccare sul titolo)

domenica 14 dicembre 2008

La musica sveglia il tempo



"C'è un'incredibile quantità di cose da apprendere per la vita tramite la musica. L'accettazione della libertà e dell'individualità dell'altro è una delle sue lezioni più importanti . Accettazione significa riconoscere la differenza e la dignità dell'altro".

Daniel Baremboim

La mia musica per la pace

"La Repubblica sovrana indipendente dell'Orchestra Ovest-Orientale del Divano, come mi piace denominarla, ha iniziato il suo imprevedibile esperimento nel 1999. Nel corso degli anni è cresciuta e si è ampliata. Diventando un esempio concreto di come la società mediorientale potrebbe funzionare in circostanze migliori. I nostri musicisti sono passati attraverso il faticoso e impegnativo processo di imparare a esprimersi e al contempo ascoltare ciò che esprimono i loro interlocutori. Non riesco a immaginare un modo migliore per concretizzare il primo e più importante articolo della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, quello in virtù del quale tutti gli esseri umani nascono liberi, e hanno pari dignità e diritti, hanno il dono della ragione e della coscienza e dovrebbero agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Purtroppo oggi in Medio Oriente non tutti gli esser umani godono della stessa libertà né di dignità e diritti uguali. L'Orchestra Ovest-Orientale del Divano è un'organizzazione musicale, non politica, ma per le sei settimane circa della sua durata annuale è in grado di soddisfare per i membri che la compongono qualcosa di importante e fondamentale, l'eguaglianza. Si tratta di un'utopia realistica. Gli stessi due giovani che possono incontrarsi a un checkpoint nel ruolo della guardia di frontiera e del cittadino sotto occupazione siedono gli uni accanto agli altri in questa orchestra, suonano una medesima musica, ambiscono entrambi ed egualmente alla perfezione dell'espressione musicale e sono responsabili del risultato in modo eguale.

Davanti a una sinfonia di Beethoven siamo tutti uguali: indipendentemente dal fatto di essere originari di Israele, Libano, Palestina, Egitto, Giordania, Iran, Turchia o Siria., dobbiamo tutti accostarci alla musica con una medesima umiltà, con curiosità, con cultura e con passione. L'atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti della musica ci costringe a sviluppare la ragione e la coscienza giustamente illustrate nella Dichiarazione delle Nazioni Unite come qualcosa di innato nel genere umano. La musica rende possibile a tutti i membri israeliani di un'orchestra di sostenere l'oboista egiziano nel suo assolo, e a tutti i membri arabi dell'orchestra di sostenere il flautista israeliano nel suo, perché la musica dà vita a un vero spirito di creatività e fratellanza che non fa avvertire lo sforzo.

Mi è stato conferito il titolo di messaggero di pace delle Nazioni Unite e credo che questo mi dia il diritto e la responsabilità di adoperarmi affinché l'ignoranza sia bandita, e di contribuire in qualsiasi modo, anche modesto, per far affermare la vera eguaglianza. Senza eguaglianza non può esservi giustizia, senza giustizia non c'è pace.

L'uomo non ama dipendere dagli altri, ma sa che l'indipendenza totale è irrealizzabile. Pertanto l'unico modo costruttivo di vivere è l'interdipendenza. Questo è perfettamente logico nel mondo della musica, ma purtroppo è molto lontano da ciò che sconsideratamente vediamo accadere in Medio Oriente ogni giorno.


Daniel Baremboim

(traduzione di Anna Bissanti da La Repubblica 10/12/2008)



Ringrazio Ribaldo per avermi trasmesso questo bellissimo articolo. Ho fatto un gioco: ho sostituito le provenienze e le identità geo-politiche di cui si parla con un altri tipi di identità e di appartenenza spesso in contrasto fra loro. Funziona benissimo!

Interessante


Ogni volta che si parla di omogenitorialità noto sempre un gran fragore di serrande precipitosamente abbassate, come se un esercito di black-block incazzatissimi fosse appena entrato in via Montenapoleone. La chiusura intransigente è prevedibile e comprensibile fra i paladini della cosidetta "legge naturale", ma non manca mai di stupirmi quando la vedo messa in atto, e a muso duro, da molti amici gay che in proposito potrebbero avere una visione più articolata e meno manichea. Soprattutto quando, pur sorvolando sul dato meramente biologico, affermano che l'armonioso sviluppo comportamentale e psichico di un bambino non può prescindere dalla presenza di un padre e di una madre; e se anche ciò fosse possibile, i traumi relazionali e sociali a cui andrebbe sottoposto il figlio di una coppia gay sarebbero in ogni caso devastanti. Quando posso, chiedo sempre a chi la pensa così da dove derivano tali certezze; e mi sento invariabilmente rispondere: "Dal buon senso". Un po' poco per costruirsi un'opinione su una materia tanto delicata. Pensare che gli studi e le ricerche sui figli di coppie omosessuali sono ormai largamente diffusi e reperibili: ma forse Bruno Vespa e Paolo Crepet ( cito a caso) non danno loro adeguato risalto per renderli moneta corrente. Così sono sempre molto contento quando fra il muro delle serrande abbassate si apre una porticina di serena obbiettività , come questo passo pubblicato dal Corriere della Sera:

"Un'indagine, eseguita nel 1993, su bambini allevati da coppie gay e lesbiche ha mostrato che non sono meno capaci come genitori rispetto agli eterosessuali», assicura Massimo Ammaniti, psicoterapeuta e autore del saggio «Crescere con i figli» (Mondadori). «I bambini cresciuti da coppie gay non risultano di fatto diversi dagli altri. E questo vale non solo per lo sviluppo psicologico e relazionale, ma anche per l'identità e i comportamenti sessuali». Inoltre, stando a una ricerca inglese che ha studiato per 16 anni 25 figli di madri lesbiche e 21 di madri etero, si è visto che i primi avevano relazioni migliori con la partner della madre dei secondi con il compagno della madre. «Dati che rimettono in discussione molte certezze e su cui vale la pena di riflettere". (Giuseppina Manin)



venerdì 12 dicembre 2008

Regali di Natale.

Che poi io sarei anche gay, fra l'altro, e dunque moralmente tenuto a confortare i luoghi comuni, gli stereotipi ed i cliché elaborati attorno alla categoria cui appartengo.
In particolare quelli che ci dipingono come frivoli, vanesii, edonisti e fashion-victims, e che di solito, lo ammetto, sono portato a trascurare per tutta una serie di motivi troppo lunghi da elencare.
Così, avendo saputo da Beniamino che Babbo Natale non solo esiste, ma veste pure JP Gaultier, ritenendolo molto sensibile a certe tematiche ho pensato bene di rivolgermi a Lui per lasciare libero sfogo a quei desiderata materiali giudicati più conformi alla mia natura, ma ingiustamente accantonati o rimossi.
Quando le letterine per i regali natalizi le scrivevo a Gesù Bambino, mia nonna mi consigliava di non eccedere con le richieste, perché rischiavo di passare per avido e avrei avuto molte probabilità in meno di vederle esaudite.
Così, memore di quei saggi consigli, ho deciso anche questa volta di limitarmi ad una mezza dozzina di cosette, lasciando la scelta al buon cuore di Santa Claus.
Del resto lo sanno tutti, che basta il pensiero!



Le mutande dorate.

(Perché il tanga di Swarovsky a Capodanno ha un po' stufato)



Un trench di velluto nero.

(Perché mi serve un capo-spalla un po' meno informale, e che soprattutto non mi dia l'aria di un lavavetri moldavo. Il velluto nero attira i pelucchi da morire, ma dicono che quest'anno vada moltissimo.)



Un paio di sobrie calzature in caimano.

(Perché se anche Berlusconi porta i tacchi alti io chi sono? Il figlio della schifosa?)



Dietro consiglio di Antonio, qualcosa di meno appariscente da abbinare al trench
(Perchè dovessi andare a Lecce non ho intenzione di farmi criticare. E poi cos'ha Benny che io non ho?)




Una cena per due persone in questo posto qui.
(Perché si mangia e si beve meravigliosamente, la location (Dio, che ho detto!) è stupenda, e Firenze è Firenze. Babbo Natale dovrà provvedere a procurarmi l'accompagnatore, però.)


Una settimana per due persone in questo posto qui.
(Perché avrei bisogno di una bella ripassata, e preferirei essere in due.)
(Kretine! Non quel tipo di ripassata ! )



Un piccolo e virile correttivo per le ciglia.
(Perché mi piacerebbe averle come Liz Taylor da giovane, e invece assomigliano al vasetto del basilico dimenticato sul davanzale durante una furiosa grandinata. )

giovedì 11 dicembre 2008

Geniale Malvino!


Non servono commenti. Grazie, Malvino.

mercoledì 10 dicembre 2008

Il bello della neve


Il bello della neve, in campagna, è che sospende il tempo. Lo avvolge come fa con gli alberi, lo ovatta e lo copre. E' caduta tutta la notte, sempre piuttosto fine: ora i fiocchi sono diventati più grandi e più fitti, come i petali dei mandorli nel vento forte di inizio Febbraio. Si sfogherà ancora un paio d'ore e smetterà, credo, entro mezzogiorno. Aspetto, prima di imbracciare la pala. Non riesco a staccare gli occhi dalla finestra, interamente invasa dalle fronde zuccherate e cotonose dei due cedri del cortile. E' come l'ora che precede l'incontro con una persona amata.
Ho trovato questo haiku.

I cani hanno taciuto tutta la notte
mentre sognavo di stringere il mio amore lontano
neve alta, al mattino

lunedì 8 dicembre 2008

Il senso di Gan per la neve


Il fatto di vivere, come si dice qui, in culo ai lupi, mi ha procurato da sempre un bel mucchio di grattacapi, ma al tempo stesso mi ha permesso di intrattenere un rapporto privilegiato con la bellezza; un rapporto che chi abita in città, o ai suoi margini, difficilmente riesce a comprendere nella pienezza del suo significato. Ad esempio: la neve. So cosa rappresenta per i cittadini, e di conseguenza so anche che per me è un qualcosa di assolutamente diverso. Qui fuori è ancora tutto bianco: la grande nevicata di dieci giorni fa, grazie al freddo notturno, c'è ancora praticamente tutta; e ogni ora del giorno è da mozzafiato. Quando il sole splende la luce è stridula, quasi acida. In questo periodo preferisco l'imbrunire, che arriva rapido già a partire dal pomeriggio. Preferisco il sontuoso ingrigirsi del cielo e delle ombre, che per contrasto conferisce alla neve un biancore quasi caldo, avvolgente e sommesso. C'è un solo artista in grado di riprodurlo sulla tela esattamente come lo sento io: è Pieter Brueghel il vecchio. Alla sera, non fosse per le montagne che da noi sono più lontane e meno incombenti, le suggestioni sono identiche a quelle del "Ritorno dei cacciatori" riprodotto qui sopra. La neve è strana, sa un odore.
E ha dentro tanti di quei ricordi e di quelle emozioni e di quegli incantesimi da far male ogni volta.
Scrocchia, sprofonda, tonfa, bisbiglia, scivola, trasluce, brilla, accieca, ride, sfarina, smarina, ticchetta, ovatta, esclude, rinchiude...e riassume il Microcosmo nel Macrocosmo. Villon diceva essere la bellezza molto più che umana, e che dunque le nevicate di una volta non ci saranno mai più. Fosse qui con me, oggi, capirebbe di essersi sbagliato.

(PS: per capire ed apprezzare meglio il senso della mia neve crepuscolare bisogna cliccare sull'immagine, e studiare bene le impronte lasciate dai cani e dai cacciatori)

domenica 7 dicembre 2008

Mala tempora


Di nuovo giorni difficili. E ogni volta sembrano più difficili dei precedenti. Tanto lavoro, per di più disordinato e convulso e caotico, con tutto il codazzo di ansietà che si trascina dietro. Tanta amarezza, unita ad una sorta di senso di colpa per non riuscire a seguire gli amici come vorrei.
Ci si mette pure l'andazzo generale, con la sua gragnuola di cazzate che sembrano orchestrate a bella posta per provocarmi una rabbia impotente e costante. Per fortuna qualche anima buona, e votata al martirio, ha deciso di non lasciarmi solo del tutto e di regalarmi qualche spiraglio di luce senza aspettarsi una contropartita. Menché meno considerevole, come miagolava Carmen Consoli tempo fa.
Mi sento orribile: sgarrupato, sfilacciato e sfibrato e pieno di cicatrici come un gatto randagio che contende agli altri le lische di pesce nel bidone della spazzatura.
E su tutto incombe lo spirito delle Feste : mi accingo a subirlo ringhiante e malmostoso come un Ebenezer Scrooge ancora più indurito.
E non so nemmeno se scriverò la letterina a Gesù Bambino, sono un po' stufo di aspettative irrisolte. O magari provo col vecchio ciccione vestito di rosso, anche se dicono che non esiste.

venerdì 5 dicembre 2008

Ora diche una poesie (autobiografica)


Chi sono io? Io sono Alhakkhr,
dio della terra umida,
signore dei desideri e della pioggia,
padrone della notte e del primo pomeriggio,
re dei folletti e della selvaggina.
E allora,
tiriamo fuori un po' le palle, eh.

Senza parole


Art. 33 della Costituzione.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.