giovedì 30 dicembre 2010

AUGURI



C'è tempo per i bilanci, per i consuntivi e per i propositi. Adesso è tutto un po' sospeso, e va bene così. Indugio ancora, e guardo indietro un'ultima volta prima di varcare l'ennesima soglia senza ritorno. Vorrei non doverlo fare da solo, ma pazienza, si vede che proprio non è destino. O sono io che non sono all'altezza.
Vi porto con me tutti quanti, comunque. E tanti auguri di buon anno.
(Uffa, sì, lo so che la foto qui sopra cronologicamente non c'azzecca: però mi piace. E mi piacciono le cose dal gusto retro)

martedì 28 dicembre 2010

Orchestrina del mio cuor



"...si sta spogliando un'odalisca
è già da un'ora che lo fa
esasperante il suo languore aiuto l'orchestrina del mio cuor!
Ride la stella Aldebaran
ride e fa: to be to be to be or not to be!
Ride la stella ride e fa:
trallallà to be to be to be or not to be!
Ah, l'odalisca adesso è nuda
e muove i fianchi in qua e in là;
fuori le palme, e il vento suda
aria di pioggia e di infelicità.
Arriva un tipo di Milano
tutto nottambulo languor
mette la mancia sopra il piano
e chiede che si suoni ancora ancor;
sì, suona; sì suona ancora orchestrina,
che poi vedrai che se ne andrà.
Suonate "bella Madunina"
forza orchestrina del mio cuor!
Ma prima ancora che finisca
altro pensiero ha da pensare,
c'è da portare l'odalisca
a fare quattro passi in riva al mare;
lo vuol vedere mentre albeggia, esasperante è il suo languor
nel buio che c'ho una scorreggia
ah ah, brava orchestrina del mio cuor
!".


Ci somigliamo sempre di più, entrambi imbozzolati nelle nostre improbabili nostalgie, logore ma senza rimedio. Nessuno ce le prende più sul serio, ed entrambi per buona educazione facciamo finta di stare al gioco, cerchiamo di dissacrarle almeno un po', tanto per far vedere che tutto sommato si tira avanti lo stesso. L'odalisca culona e languida in fin dei conti ci dà fastidio, così come l'orchestrina impertinente: ci interesserebbe solo la stella Aldebaran, che però è sempre più lontana, sempre più irraggiungibile. Così trasciniamo tranquilli il nostro silenzioso e solitario cadere, un passo dopo l'altro, porgendo il braccio all'odalisca indolente davanti al mare livido prima dell'alba.

venerdì 24 dicembre 2010

Raining Xmas




Il Natale con la pioggia battente è cacofonico e stridulo come un gessetto sulla lavagna.
Anche quest'anno Gerusalemme rimane irraggiungibile. Malgrado tutto, riesco ancora ad illudermi che in questo giorno ci sia una dolcezza speciale; ma ancora una volta dovrò gustarla da solo. Anche quest'anno non potrò farlo col fidanzato Chenocè, con cui sognavo invece di imbozzolarmi in un nido tutto nostro fatto d'ovatta, di tenerezza e di baci, chiudendo per due giorni il mondo fuori dalla porta. Ma forse invece, a dispetto delle speranze, Chenoncè in queste ore avrebbe dovuto andare al cenone con gli anziani genitori, per dover filiale; e nonostante il Natale, o proprio per questo, avrebbero finito per litigare perché quelli non sopportano che il loro bambino si sia messo con un uomo; e soprattutto si sia messo con me.
Il bambino sarebbe tornato a casa scosso ed intrattabile. Domani avrebbe dormito fino a mezzogiorno, e una volta alzato avrebbe continuato a ciondolarmi per casa in quell'orribile pigiamone di flanella marroncina, grugnendo, scatarrando e grattandosi mentre cercavo di arrabattare pranzo con i surgelati del Conad. No no, meglio evitare. Meglio il Natale festoso e gioioso che sogno con tutti gli amici del cuore, ma proprio tutti: quelli elencati un anno fa e altri che in seguito si sono aggiunti.
Però, momento. Siamo sicuri che andrebbe tutto bene? Il Natale è una festa insidiosa e rischiosa, basta un niente perché piccole tensioni, malumori da nulla o innocenti fraintendimenti esplodano trasformandosi in catastrofe, in catarsi, in ecpirosi.
Metti caso, l'amico che mi aiuta a sbucciare i piselli sibila: "Guardalo là, quella zoccola: noi qui a sgobbare e quello sprofondato in poltrona a darsi lo smalto alle unghie"; ma non sibila abbastanza sottovoce, quello là sente e prima son borsettate, poi scoppia il putiferio.
E poi il fidanzato dolente e disperato per la separazione dopo quindici anni di convivenza; e quell'altro che, furente, mi tira nel ripostiglio e mi fa una scenata dicendo: "Ma hai invitato anche Lui? Ma allora sei stronzo davvero, lo sai che non lo voglio vedere più nemmeno dipinto!". E il timido spaesato che non lega, e l'espansivo che diventa troppo espansivo, e quello che esagera col bere e dà in escandescenze, e l'altro che va fuori al freddo a fumare, si becca la congestione e dopo un po' dà di stomaco sulla tovaglia di Fiandra e sul centrotavola di pungitopo e di vischio. Oddio, magari non succederebbe, o succederebbe solo in parte: ma insomma, il rischio c'è; e quindi il fatto che Gerusalemme sia così lontana non sempre va preso come una disgrazia.
Mah, in attesa dell'imbarco sulla nave Exodus , per dare un senso al mio Natale mi riciclo in nonna Papera. Del resto l'età è quella giusta, il colore dei capelli anche, e non mi mancano i grembiulini pieni di ruches, nè una certa abilità culinaria. Manca Ciccio, purtroppo, ma al suo posto potrò contare sull'aiuto della signorina Rottermaier; che oltretutto quel ragazzo è tanto buono, ma in cucina è un vero disastro. E così, egoisticamente, ci guadagno nel cambio.
Perché l'impegno non è dei più leggeri, soprattutto per una papera anziana come me: dovrò cucinare per ventun commensali! Alla solita famiglia già estesa di suo, quest'anno si è aggiunto un nutrito gruppo di suocere, consuocere, zie e prozie tutte vedove, tutte altrimenti destinate alla solitudine e tutte indomite ed arzille. Si sa, le ragazze càmpano di più dei maschietti, e quasi sempre càmpano meglio e con maggiore allegria: e il nutrito gruppo di cui sopra ne è la prova provata. E siccome alcune di loro si piccano di essere brave cuoche, dovrò dare il massimo.
Intanto fra ieri ed oggi mi sono portato avanti col lavoro, anche se il rush finale sarà davvero difficile; ma insomma, dovrei farcela. E intanto posso prendermi una pausa e mandare gli auguri Urbi et Orbi da qui, a tutte le persone cui voglio bene e che non elenco per paura di dimenticarne qualcuna.
Natale è la festa della Luce che torna a crescere: ed il bello è che non si direbbe, perché sembra dominare la Tenebra; Natale è la certezza che questa, prima o poi, sarà sconfitta. E ogni albero di Natale diventa l'Arbor Vitae dei cabalisti, da cui pendono le Sefirot della Luce non creata, della Potenza dello Spirito divino.
Ecco, proprio oggi, mentre sgusciavo i gamberi, mi sono reso conto che nel mio, di Arbor Vitae, ho la fortuna di avere molte luci; e se qualcuna si è affievolita fin quasi a spegnersi, se qualcun'altra sembra lo stia facendo, ce ne sono altre ancora che di recente si sono accese; o che si sono di colpo ravvivate di un imprevisto splendore. Ma tutte insieme fanno un effetto magnifico.
Almeno questa sera non voglio cedere alla nostalgia, nè al rimpianto. Almeno questa sera voglio perdermi in quello sfavillio di volti, di emozioni, di senzazioni amate che ognuna di quelle luci rappresenta. E se mi ci perdo da solo, per questa volta, pazienza.






lunedì 20 dicembre 2010

Gagatelle natalizie







Tanto tempo fa Sinead O'Connor strappò in televisione una foto del papa, indicandolo come "vero nemico" da combattere. La cosa fece scalpore, e Frank Sinatra disse di volerla prendere a "calci in culo".
Nientemeno.
Ogni epoca ha gli iconoclasti che si merita, e chissà questa volta chi se la prenderà con Lady Gaga, che com'è noto ha avuto l'ardire di prendersela con Babbo Natale.
Nientemeno.
Durante l'ultimo concerto londinese, trova per caso un pupazzo di Santa Claus che qualche fan ha buttato sul palco, e dice:
"Oh, guardate, Babbo Natale! Io amo molto il Natale , ma per quelli tra voi che si sentono soli questo Natale … Sapete, perché tutti siano contenti…"; a questo punto stacca a morsicate la testa del pupazzo, e calpestandolo sotto i tacchi grida: "Odio le feste! Io sono sola e me ne fotto di tutta la gioia di Natale! "; concludendo con un : "In ogni caso, era pieno di prodotti chimici sconsigliati per i bambini".
La notizia, ovviamente, ha fatto il giro del nondo; e chi parla di provocazione choc, chi di trovatina pubblicitaria, chi di geniale attacco al consumismo imperante: ma intanto ne parlano tutti.
Ora, a me la squinzia canterina dice poco, anzi pochissimo, sia musicalmente che come personaggio; ma mi è simpatica perché molto apprezzata da alcuni carissimi amici (Basta chiamare, basta chiamare! N.d.R). Bisogna ammettere che la ragazza scema non è, e oltre ad un certo geniaccio imprenditoriale bisogna riconoscerle un'attenzione per certe tematiche sociali che di questi tempi è merce rara nello star-system.
Però, santo cielo, perché ogni Gagata debba diventare un fenomeno planetario questo proprio non lo capisco; e capisco ancor meno la crescente regressione infantile (o la montante demenza senile, fa lo stesso) di un'epoca e di una società che oltre a quello comprensibile di icona, riconoscono a personaggi del genere anche il ruolo di maitres-à-penser delle giovani generazioni.
Comunque, visto che si nasce incendiari e si muore pompieri, visto che Sinead O'Connor si è poi fatta suora, visto che un sassofonista con l'hobby di azzannare i polpacci dei carabinieri è diventato ministro degli Interni, mi aspetto prima o poi di vedere la Germanotta con le corna in testa, travestita da Rudolph la renna, mentre traina la slitta di Babbo Natale.

giovedì 16 dicembre 2010

Curatemi



Non ci siamo. No no, non ci siamo proprio. Cioè, va bene che per l'uomo della foto nutra un'ammirazione quasi sconfinata; va bene che lo ritenga di una simpatia travolgente, di uno humor garbato, ironico ed insieme rassicurante e amichevole, di un'intelligenza finissima e di una straordinaria bravura professionale; e va bene che da molti anni, assieme al suo collega, sia il compagno fedele ed irrinunciabile delle mie mattinate radiofoniche. Ma mai, e sottolineo mai, avrei immaginato che il mio subconscio arrivasse ad eleggerlo protagonista di un estenuante e bellissimo sogno erotico ambientato in un bar dietro al colonnato di San Pietro in Vaticano.
E mai avrei immaginato di perdermi nei suoi baci e nelle sue carezze, sapendolo oltretutto sposo fedele e padre esemplare.
Aiutoooo!!!

martedì 14 dicembre 2010

A pensar male si fa peccato...



"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interni [...] Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città...
Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì"

Francesco Cossiga, 24 Ottobre 2008

giovedì 9 dicembre 2010

Sturm und Drang Tour



Dovendo ormai rinunciare al ruolo inconcludente ma confortevole della Dama di Siviglia (quella che tutti vogliono e nessuno si piglia) causa definitivo eclissarsi di tutti i sedicenti spasimanti, potrei indossare i panni di una credibile Perpetua, o Ganetua, come preconizzato dalla sibilla Anastasia non molto tempo fa in una saga divenuta leggendaria, e spargere maldicenze sui vari Beppe Suolavecchia ed Anselmo Lunghigna che costellano il mio passato.
Ma pur avendone il phisique du rôle e l'età giusta, non sono assolutamente il tipo. E poi di questi tempi mi sento piuttosto come la Signora di Shalott, della quale allego diapositiva in apertura. Cioè, non è che mi sia fatto i capelli frisé o mi sia dato al ricamo e all'agopittura; è che mi sento anch'io chiuso in una torre, e costretto a guardare il mondo solo attraverso uno specchio; e anch'io sento che se scendo dalla torre per seguire l'Amore che vorrei ci resterei secco, proprio come la Signora in questione. Curioso, perché almeno materialmente il mondo lo bazzico parecchio. Ad esempio, domattina si parte di nuovo per la Francia, e si inaugura la nuova Tournée 2010/2011: lo Sturm und Drang Tour. Si comincia in un bel posto, dove echeggiano ancora le gesta di Charles Martel, e dove le chiese sembrano fatte di marzapane come la casetta di Hansel e Gretel. E mi sollazzerò in un albergo da favola, che con un piccolo sforzo di fantasia potrebbe diventare un'animata reggia di Camelot in cui dimenticare, almeno per un po', la triste torre dello Specchio. E tra coppe traboccanti d'idromele ed enormi fuochi crepitanti e cinghiali allo spiedo potrei festeggiare la caduta del perfido Mau-Gouver, il basso e vecchio tiranno che spadroneggia nel luogo ove il limon fiorisce, e dedicare il dolce declino dell'anno morente alle strenne ed ai banchetti per gli amici.
Ma sarà solo l'effetto degli incantesimi del mago Myrddin Emrys, colui che noi chiamiamo Merlino.
Al mio ritorno, lo so, Mau-Gouver sarà ancora sul trono, più forte e assetato di vendetta; e io mi ritroverò calato in una serie impressionante di fatiche, disavventure, guai e dispiaceri che non avranno tregua prima della Notte Santa.
E per quanto possa sembrare impossibile vedrò me e tutto quel trambusto dal solito specchio, in cima alla torre.

mercoledì 8 dicembre 2010

E lui è un bravo ragazzo, e lui è un bravo ragazzoooo!



"Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto"

Non è rimasto neppure tanto soprattutto per colpa mia, facile come sono ad accendermi e ad inebriarmi degli altri gli altri senza averne i mezzi e le possibilità per continuare ad alimentare a lungo le fiamme e l'ebrezza; ma anche un po' per colpa della vita, generosa nel costruire incontri ed allontanamenti. Non è rimasto neppure tanto, ma quel che resta, e chi resta, è tutta roba sopraffina e di prima qualità. Come Marco, che continua ad essermi approdo sicuro, spalla sulla quale piangere, Peppino quando mi sento Totò, Totò quando mi sento Peppino; e che continua a condividere con me il bello (suo) ed il brutto (mio) delle nostre reciproche esistenze con l'eleganza leggera ed innata, la soavità dei modi, lo sguardo sulla vita disincantato ma affettuoso che lo contraddistinguono.
Siccome Marco oggi compie gli anni (Boh, non so più quanti: trentaquattro o trentacinque, mi pare, ma come si sa l'età non conta) devo per forza fargli gli auguri anche qui.
Potrei ribadire parola per parola quanto gli scrissi lo scorso anno, visto che repetita iuvant e che in dodici mesi la mia situazione è praticamente la stessa.
Ma no, mi limito a stappare una bottiglia delle migliori che ho in cantina, e fare la festa (che detta così, signora mia...) ad una personcina che zitta zitta è diventata una delle più importanti della mia vita.
(Però non diciamolo al bellissimo consorte del festeggiato, vorrei mai mi diventasse geloso!)

domenica 5 dicembre 2010

Baci fuori dall'ordinario



Quelli che pretendeva imperiosamente l'energica zia Tilde, quando veniva a trovarci da Torino. Non si era nemmeno levata il cappellino che già gridava: "Sà bacetto!" e si chinava fino alla nostra altezza di bambini piccoli, obbligati per buona educazione a stampargliene almeno un paio sulla guancia vizza e polverosa di cipria.
Il Bacio della Donna Ragno, il Bacio della pantera, il Bacio di una morta ed il bacio di Giuda. Il bacio apostrofo rosa ed il bacio kiss, che è just a kiss. E Kiss me Kate , e Kiss me stupid, e Kiss me Licia . Dio mi perdoni, ma Kiss me Licia lo canto ancora adesso; però quando non c'è nessuno che ascolta.
Il Bacio di Hayez e quello Perugina, che mi son sempre chiesto cosa ci trovino sia nel primo, sia nel secondo.
Il Baiser de l'Hôtel de Ville di Doisneau. Dio mi ri-perdoni, ma sogno ancora adesso di essere al posto di quella ragazza parigina.
Ba-ba-baciami piccina sulla bo-bo-bocca piccolina/ dammi tan-tan-tanti baci in quantità/ lalà lalà lalalla lala là!
E i baci profumati che aprono Shir Hashirìm, il Cantico Sublime:
" Mi baci egli dei baci della sua bocca,
poiché le sue carezze sono migliori del vino.
I tuoi profumi hanno un odore soave;
il tuo nome è un profumo che si spande".
I baci rubati e quelli negati. Quelli con la lingua distribuiti da alcune compagne di scuola intraprendenti e precocemente zoccole durante la gita di terza media, e quelli col rifrullo che le stesse, ormai zoccole navigate, elargivano pochi anni dopo ballando il lento nella penombra delle discoteche di provincia. Quelli che scròcchieno sul Lungotevere di Gabriella Ferri.
E L'ultimo bacio , ed il primo, che non si scorda mai; e io il primo non lo scorderò affatto perché lo diedi alla mia prima ed unica fidanzata, e perché mi riempì di infinita tristezza e di sconforto; ma forse perché lei non sapeva baciare. E non scorderò mai il primo bacio al mio primo fidanzato, che invece baciava benissimo, e mi sembrò di esplodere in un Big bang tutto mio, e mi sembrò che da allora fossi destinato ad espandermi per sempre, tu guarda alle volte una limonata ben riuscita cos'è in grado di fare.
E i baci postali, che uso smodatamente per siglare la corrispondenza con le persone cui voglio bene; e che sembrano un'affettazione da frocio (Tesooooorooooo baciUooooooooo!), e che invece sono sinceri, e che vorrei dare di persona, mannaggia ai chilometri.
E infine i baci a mia insaputa, che sono un po' come la casa di Scajola, questi freschi freschi e del tutto inediti, almeno per me. In risposta ad una mia bonaria rimostranza, un tizio mi ha scritto: "Ma a te i baci li mando sempre, solo ke tu nn lo sai"
Indipendentemente dalla loro veridicità tutta da dimostrare, e dalle intenzioni che li muovono, questi sono baci che mi schiantano, si sappia.