domenica 8 marzo 2009

Il ragazzino che non giocava con le bambole


Avrò avuto otto anni quando mi innamorai di Mowgli. Si, proprio quello del Libro della giungla. La maestra ci portò a vedere il film giù in paese: una volta l'anno ci regalava una botta di vita e ci accompagnava al cinema. Io non sapevo ancora cosa volesse dire innamorarsi, ma capii perfettamente che quel pupazzetto animato era la parte mancante di me, in tutto e per tutto. E lo chiamai a diventare quella parte. Per un po' pensai si trattasse di un semplice amico immaginario: all'epoca leggevo molto, e mi ero convinto che avere amici immaginari fosse una cosa abbastanza frequente, almeno alla mia età. Poi però mi accorsi che la sola fantasia non bastava più; che sognavo occhi da fissare, voce da ascoltare, guance da carezzare, membra da abbracciare. E che tutto ciò non potesse essere di altri se non di Mowgli. Così, con l'ingenuità ed il candore dell'infanzia, quell'anno nella mia letterina a Babbo Natale chiesi un bambolotto con le sembianze del mio amato. Senza peraltro spiegargli le vere ragioni della mia richiesta, che immaginavo, lui onnisciente, conoscesse benissimo. Come d'abitudine mia mamma pretese di esaminare la lettera prima di chiuderla nella busta "per vedere se ci sono errori d'ortografia". Fece una faccia strana, come sorpresa, ma mi sorrise subito mentre diceva: " Vedi, bambole e bambolotti sono cose da femmine, e Babbo Natale è molto attento nel non fare confusione. Sarebbe meglio chiedergli qualcos'altro, per evitare il rischio che alla fine non ti porti niente". Avrei voluto obiettare che io non pretendevo nè Cicciobello nè Lavalavaleria come avevano chiesto le mie sorelle; non cercavo un giocattolo, cercavo Mowgli, o almeno un suo surrogato che in qualche modo fosse materia in grado di dare un minimo di corpo e di tangibilità ai miei sogni. Ma mi resi conto di quanto sarebbe stato difficile spiegarle un concetto che io stesso avevo difficoltà a capire, e lasciai perdere. A Babbo Natale scrissi: "Ho cercato di essere un bravo bambino, per quanto ho potuto. Tu del resto mi conosci, quindi sai quali sono i regali migliori per me. Qualsiasi cosa andrà benissimo". Avevo voglia di piangere quando la mattina di Natale scartai la Pussy22 ,
che a dispetto del nome civettuolo era l'inquietante, perfetta riproduzione di una Luger tedesca della seconda guerra mondiale. Una ferraglia nemmeno utilizzabile per giocare ai cowboy con gli amici, visto il clamoroso anacronismo e considerato che io volevo sempre fare la parte dell'indiano. Ricacciai le lacrime in gola, sparacchiai un paio di colpi per far felice mio padre ( lui sì che ci avrebbe giocato!) poi non la guardai mai più, lasciandola arrugginire in un cassetto.
Capii che i sogni non vengono mai esauditi dall'alto, ma che vanno coltivati con pazienza e sacrificio, senza sperare nemmeno un istante nella loro possibile realizzazione, ma senza per questo rinunciarci. Imparai a costruirmi arco e frecce, poi lancia e scudo; e seminai il terrore fra il Little Big Horn e le Rocky Mountains. A Mowgli dissi addio qualche mese dopo, giurando che l'avrei avuto per sempre nel cuore, ma spiegandogli perché quel nostro strano rapporto non avrebbe potuto continuare. Un po' vigliaccamente non gli dissi che avevo messo gli occhi su Telemaco, il ricciuto figlio di Ulisse nell'Odissea trasmessa in tivù. Telemaco aveva labbra carnose, sguardo perennemente corrucciato e indossava minituniche vertiginose. Era molto più grande di me, ma vederlo mi faceva vibrare lo stomaco in un modo mai provato prima.
Perché racconto queste cose? Perché ho scoperto questo filmato dei Sigur Ros, "Viorar vel til loftarasa" . La musica non mi dice nulla ; ma la storia struggente di bambolotti, di ragazzini e di destini, come al solito, ha acceso la miccia collegata alla santabarbara dei miei ricordi . BOOM!

14 commenti:

Anonimo ha detto...

su quel video ci avevo messo gli occhi e la mente pure io (e scusa se mi cito: http://marcoboccaccio.wordpress.com/2008/06/28/viorar-vel-til-loftarasa/). mi aveva fatto anche piangere la prima volta che l'ho visto, lo posso dire senza vergogna. io non ho ricordi di quel tipo, anche perché già in prima elementare mi ero innamorato di un compagnuccio vero. ovviamente lui non seppe mai nulla, né avrei avuto le parole per dirgli nulla. ma a proposito delle richieste di regali vedi anche qui: http://www.youtube.com/watch?v=tuv5pfDy4B8

Gan ha detto...

Eh, io mi innamorai di un compagno di scuola solo in seconda media. Aveva la faccetta da gatto, ma meravigliosi capelli biondi a caschetto.
Per il resto, è proprio vero: ogni volta che crediamo di aver scoperto qualcosa, c'era già arrivato qualcuno prima di noi.
Perfino Cristoforo Colombo quando sbarcò a Guanahani fu accolto da un figurinaio lucchese! ;-)

Poto ha detto...

Oh Dio... che tenero...

Del resto, immagino che la scelta della tua foto non sia un caso (anche se tu magari lo ritieni tale): Mowgli, alla fin fine era stato allevato dai lupi!!
Vedi che nella vita torna tutto?!

Beh, il tuo amico "pseudo-immaginario" ha avuto, perlomeno, un'origine ben precisa e il vostro rapporto è scemato a causa di un nuovo innamoramento...
Che dovrei dire io che avevo come amico immaginario tale Winston che ho fatto morire in un incidente stradale mentre con i miei, avrò avuto si e no 6 anni, ero in macchina?
La sua fine così miserrima, per me è ancora un mistero.

Comunque da bambino devi essere stato meraviglioso... (non che ora tu non lo sia, sia chiaro)

E chiamare una pistoletta "Pussy 22"... mi sa che anche il gicattolaio che l'ha prodotta aveva un po' di confusione in testa...

"Santabarbara dei ricordi"... ma come tiu vengono in mente ste definizioni?!?! :-)

Anonimo ha detto...

Potinoooo! Bentornato! Non vedo l'ora di leggere la cronaca della spedizione milanese!
(Il fatto è che non era una pistoletta, era un pistolone che mi ci volevano due mani per sorreggerlo! ;-) )

Asa_Ashel ha detto...

Quando ho scritto il post intitolato "Viviana e il bambino" in origine doveva raccontare una storia vagamente simile a quella raccontata nel bellissimo video che hai linkato, ho scelto di parlarne attraverso la bambola prospettando di dare voce al bambino in un secondo tempo, come se avessi avuto bisogno di preparare il campo, smorzare i toni.E' rimasto lì nelle bozze in attesa di riuscire a raccontarlo senza sentirmi troppo coinvolto come in questo momento.

Anonimo ha detto...

Uh... quel video è meraviglioso, lo conosco. Bellissimo.
Io da piccolo adoravo le Barbie (quale luogo più comune di questo?).
Il mio paese conta circa duemila abitanti, un pò meno forse. Ogni Natale un' associazione organizza il "Babbo Natale alla porta": la Vigilia di Natale dei signori, vestiti da Babbo Natale appunto, consegnano i doni ai bambini del paese, quei doni che precedentemente le famiglie avevano consegnato all'associazione muniti di indirizzo e una piccola offerta.
Ricordo una sera della Vigilia in cui quel Babbo Natale da casa mia non passò, era il primo anno che l'associazione di cui sopra organizzava l'"evento". Rimasi un pò maluccio e chiesi a mia mamma come mai non si fosse fermato a casa nostra. Lei rispose che il nostro sarebbe sceso dal camino.
Il giorno dopo trovai una bambola e un borsellino ai piedi del camino. Ma non era una Barbie, non era quella che avevano regalato alla mia amica Moira la notte stessa, nemmeno una di quelle che mia cugina aveva sul suo letto. Era una bambola diversa. Però le volevo bene. Come volevo bene a quella Barbie che ho ripescato da una discarica... come a quella bambolina che comprai da una bancarella, il giorno della festa del santo patrono, per sole duemila lire. Da grande Beniamino me ne ha regalate diverse, da collezione... ma quelle di un tempo erano diverse... leggevo nei loro occhi il gioco e nel mio cuore il sapore della mia infanzia di figlio unico e a volte un pò solo. Quanta nostalgia.

ribaldo ha detto...

Meraviglioso il video, sì sì!

Anch'io già in terza/quarta elementare ero stracotto di un compagno di classe dal sorriso schietto e sicuro.
Da me erano i fratelli maggiori, che giocavano coi fucili (e anch'io, Gan, tenevo per gli indiani!)
Poi, a 8 anni, di ritorno da una vacanza con la zia, ho passato il tempo a raccontare che "c'era un muratore bellissimo dagli occhi meravigliosi!"
Mai visto bambole...ma poco male, in fondo!

Omoeros Gay News ha detto...

Niente infatuazioni scolastiche per me, a parte una morbosa amicizia con un ragazzo che poi ho perso di vista: la vita a volte ci porta in direzioni molto diverse. Ma a Babbo Natale chiedevo sempre Dolciforno o Fornetto per i Cioccolatini.. non sono mai stato accontentato!

Joshua ha detto...

Che bello questo post, mi ha fatto molta tenerezza :)

E adoro i Sigur Ros, il cd () ossia senza titolo-Vaka è davvero meraviglioso anche se non so quanti lo conoscano, la musica in Islanda è davvero un bel mezzo di sperimentazione!

lavecchiaMarple ha detto...

Anch'io ho avuto un bambolotto, e da piccolissimo, credo nemmeno due anni: ci sono delle foto in cui ci gioco; ma a tre/quattro anni, lo ricordo bene, provai a tagliargli la pancia per vedere come era dentro; non ho mai avuto però con lui un rapporto così stretto come lo avevo con i peluche, che adoravo.
Pistole e giochi di guerra nulla, non sopportavo nemmeno i film western in televisione e rompevo finchè non cambiavano canale o spegnevano la tv.
(con altri pistoloni, anni più tardi, il discorso fu diverso, ma andremo fuori tema; le Pussy, invece, mai trattate)

Anonimo ha detto...

Ragazzi, davvero grazie a tutti per questi commenti.
Oddio...commenti: sono bellissime istantanee di vita. Quanto mi avete regalato di voi in ognuna di esse!
Grazie di tutto cuore.

elyos della stella nera ha detto...

io da ragazzina avevo una alter ego che avevo chiamato Melody.
era una streghetta capace di passare dalla vita vetra a quella immaginaria, entrando attraverso la mia matita (eh si..ho sempre disegnato) e sconvolgendo le trame dei miei cartoni e film preferiti per proteggere, eiutare e difendere i miei eroi.
Inutile dire che crescendo Melody e' diventata un personaggio piu' "posasibile", ma sopratutto un personaggio a se', con una storia a parte ed una trama tuta sua.
E che ora rischia di diventare la protagonista del mio primo libro pubblicato!

Gan ha detto...

Ciao Elyos! Benvenuta e bentrovata! :-)

Marko Morissette ha detto...

Bellissimo questo post.
E ti immaginavo, cucciolo, che sognante guardavi Mowgli...

Quando io ero piccolo indiani e cow-boy erano già morti da un pezzo. Magari potessi tornare indietro nel tempo. Temo che col tempo i bambini perdano sempre di più il senso delle cose.
un abbraccio
marko