Le principesse, si sa, sono tutte belle; ma la mia Principessa personale lo è di più. Lo è di una bellezza insieme fulgida e dolce, di quelle che emanano luce e pulviscolo d'oro, di quelle che lì per lì non te ne accorgi, ma che al secondo sguardo ti tolgono il fiato. E in più è brillante, simpatica, affabile, colta (ma quante cose sa!) , istintivamente elegante nei modi e nei gesti. Il principe consorte non è da meno, e ci mancherebbe: bellissimo pure lui, aristocratico nel tratto senza alterigia, piacevolissimo conversatore, edotto nelle Arti del Trivio e del Quadrivio. Ecco, ora si immagini un vecchio lupo spelacchiato e solitario che lascia i suoi boschi per incontrare simili teste coronate; si aggiunga che accanto ad esse doveva esserci pure la sulfurea miss Marple, e che il rendez-vous si sarebbe svolto tra i palazzi austeri e intimidenti della prima capitale d'Italia: si può capire come la povera bestia si sentisse a disagio. Miss Marple poi non è venuta, ha mandato un bigliettino di scuse affermando di aver esagerato con i cetrioli e di essersi procurata una forte infiammazione. Ma si è fatta sostituire dal giovanotto qui sotto, a quanto si è capito una sorta di segretario-confidente che l'aiuta ad amministrare i cospicui beni di cui, per altro, non fa mai cenno per paura dei cacciatori d'eredità.
Bisogna dire che la vecchia ha molto gusto, non solo estetico, nello scegliere i suoi collaboratori : il giovanotto, che da lei deve aver assorbito l'arte dell'ironia e della conversazione, malgrado l'aria da bel tenebroso si è dimostrato davvero incantevole. Quel che è bello, i tre augusti personaggi sono poi riusciti a far sentire il vecchio lupo di cui sopra del tutto a proprio agio, ammansendone le difese instintive che lo rendono scostante ed impacciato. E alla fine si è sentito un po' come Cenerentola alla festa.
Poiché il Presidente del Consiglio dice che non bisogna invadere la privacy altrui con la curiosità e con il pettegolezzo, non mi dilungo più di tanto sulla cronaca. Dico solo che a palazzo Serbelloni Mazzanti Viendalmare, dov'era prevista la cena, la servitù stolida non ha riconosciuto le teste coronate, rifiutando l'ospitalità. Altri, in un frangente del genere, avrebbero scatenato l'inferno al grido di "Lei non sa chi sono io!": ma il principame s'è limitato ad una bella risata, ed ha preferito tuffarsi nella Torino vera delle osterie affollate e caciarone e dei localini trendy ed arcobalenati.
Poi tutti gli incantesimi finiscono, le carrozze si ritrasformano fatalmente in zucche e i cavalli in sorci. Gli incantesimi finiscono, ma la magia di quelle emozioni e di quei momenti, per fortuna, resta per sempre.
Poiché il Presidente del Consiglio dice che non bisogna invadere la privacy altrui con la curiosità e con il pettegolezzo, non mi dilungo più di tanto sulla cronaca. Dico solo che a palazzo Serbelloni Mazzanti Viendalmare, dov'era prevista la cena, la servitù stolida non ha riconosciuto le teste coronate, rifiutando l'ospitalità. Altri, in un frangente del genere, avrebbero scatenato l'inferno al grido di "Lei non sa chi sono io!": ma il principame s'è limitato ad una bella risata, ed ha preferito tuffarsi nella Torino vera delle osterie affollate e caciarone e dei localini trendy ed arcobalenati.
Poi tutti gli incantesimi finiscono, le carrozze si ritrasformano fatalmente in zucche e i cavalli in sorci. Gli incantesimi finiscono, ma la magia di quelle emozioni e di quei momenti, per fortuna, resta per sempre.
12 commenti:
"Ora" disse la fata "abbiamo bisogno di alcuni topi". Quattro piccoli amici di Cenerentola si presentarono di corsa, ed ancora una volta la fata cantò le parole magiche mentre toccava i topi con la sua bacchetta. I topolini furono trasformati in quattro cavalli grigi pomellati che furono subito attaccati alla carrozza. Poi la fata trasformò il vecchio cavallo di Cenerentola in un superbo cocchiere ed il cane Tobia in un elegante valletto.
"Ed ora tocca a te", disse la fata Smemorina, toccando Cenerentola con la sua bacchetta.
Il vestito strappato diventò uno splendido abito di seta e da sotto la gonna spuntarono delle deliziose scarpette di cristallo, le più belle del mondo. Cenerentola non riusciva a parlare per l'emozione. La fata allora spinse la carrozza e le raccomandò di non rimanere al ballo dopo la MEZZANOTTE: se fosse rimasta un solo minuto di più, la carrozza sarebbe ridiventata una zucca, i cavalli topolini, il cocchiere un vecchio cavallo ed il valletto un cane, e lei stessa si sarebbe ritrovata vestita di stracci.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/37/Cendrillon1.JPG
Vabbè, Lei sempre a indorare la pillola... perchè non ha detto di quando la Vecchia ha lasciato la dentiera attaccata al glory-hole e di quando si è fatta sbattere fuori dalla dark strafatta di popper per aver tenuto "comportamenti non consoni alle politiche di utilizzo del locale" (che è tutto dire), è stata raccattata dalla Croce Verde, portata all'Ospedale Mauriziano, dove dopo esser stata scambiata per Lapo Elkann (già passato da quelle parti) è stata dimessa a calci in c...?
Ah, perchè la vecchia ero io?
ops....
@ Byb: molto bella l'immagine
perché anche il lupo, almeno questo qui, sotto sotto è un po' principe anche lui :-)
Il "lupo" è molto nobile, in effetti; e se "tenebroso"(?) sarei io, lui così di pelo scuro e con due soprprendenti occhi azzurri, potrebbe essere addirittura "luciferino" :)
Da quel "poco" che so di voi, sono sicuro che avete passato una bellissima serata assieme, dove a turno si restava estasiati dalla personalità dell'altro, dalle sue storie , dai suoi racconti.
Comunque, ricorda alla tua befana smemorina che mi deve restituire la corona.
Mi hai commossa, davvero.
E' per me un onore poter dire di aver conosciuto il lupacchioto e di aver ricevuto un paio dei suoi forti abbracci.
Invidia :-) next time, mi autoinvito d'ufficio!!!
eh, il lupo è di quelli che lasciano il segno! e allora, la prossima volta si organizza una grande festa tutti insieme, facendosi riconoscere a palazzo per quelle teste coronate che si è. e condividendo la magia e le emozioni, che, posso confermare, restano nella memoria e nel cuore.
Che bel racconto :)
embè, scriviamo qualcosaltro?
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