sabato 31 maggio 2008

Uma casa portuguesa


Di sabati tristi ne ho passati talmente tanti, che ormai ci ho fatto il callo. Ma cosa si fa quando ti senti stringere la gola per qualcosa che non sai nemmeno bene definire? Quando ti senti esterno a te stesso al punto da guardare la tua vita da lontano? Io ascolto il Fado. Non è affatto una musica triste, anzi, non di rado è briosa e tonificante come una mattina di Aprile. Certo, ha questo fondo di struggente malinconia che a detta di alcuni amici miei la rende deprimente: " Ma sei scemo- dicono- ad ascoltare questa roba?" . Boh, sarò scemo, ma su di me ha l'effetto di allentare il nodo alla gola in serate come questa, di lasciarmi guardare dentro con un minimo di indulgenza e soprattutto di sciogliere temporaneamente il carapace dell'animaccia mia indurita.
Chi eventualmente dovesse leggere quanto segue, è pregato di non dirlo in giro perchè sennò lo faccio secco, ma il Fado, assieme ad alcune canzoni di Edith Piaff e ad altre di Dalida, mi fa piangere ogni volta. Intendiamoci, mica le cateratte del Nilo! Bastano tre lacrimoni grandi così, gli occhi rossi e brucianti per un pò, ed il senso di liberazione che si prova dopo.
Mi spiace non riuscire ad inserire un filmato, ma mi piacerebbe farvi ascoltare uno dei miei pezzi preferiti e ...lacrimogeni,
cantato dalla grandissima Amalia Rodrigues.
Per chi non capisce il portoghese, niente paura: il video è sottotitolato
in giapponese!

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