martedì 8 luglio 2008

Tango

L'orso Baloo volteggerebbe con più grazia di me, e quindi sono l'ultimo a poter parlare. Ma poiché lo stesso plantigrado di cui sopra insegnava che " ci bastan poche briciole, lo stretto indispensabile...", posso almeno cullarmi nel sogno di una danza sensuale e languida ( un tango, mettiamo) con l'uomo dei miei desideri. Mica per altro, ma nei locali della mia adolescenza discotecara la disco-music si interrompeva e cedeva rispettosamente il passo quando era tempo di ballare i "lenti". I miei coetanei sciamavano, come colti da un raptus improvviso, a caccia di prede femminili da trascinare sulla pista e da avvinghiare rapinosamente nella semi-oscurità. Le prede se ne stavano sdegnosette ai tavolini, cicalando e ridacchiando fra loro, ostentando la massima indifferenza per i maschi in fregola che le tampinavano, e concedendosi raramente, e in modi molto distaccati e guardinghi. Ecco, era in quei momenti che cominciai a capire il concetto di "solitudine cosmica", o più prosaicamente quello di sentirsi al posto sbagliato, nel momento sbagliato, fra gente sbagliata. Ogni tanto, lo ammetto, ci provavo anch'io, più che altro per non sembrare uno scorbutico misantropo, e mi univo alla caccia. Le prede, ahimè e ahiloro, cadevano a grappoli nella mia rete ( ancora adesso mi chiedo: ma che ci faccio, io, alle donne? ) ma la cosa sostanzialmente finiva lì. Per non farle addormentare fra le mie braccia , poverine, cercavo quanto meno di regalare loro una conversazione briosa e brillante; quasi sempre gli esiti erano disatrosi, visto che i decibel eccessivi non facilitavano certo il dialogo, e anzi lo rendevano di fatto impossibile. Il momento più bello era quando i "lenti" finivano, tornava la disco-music e la dama di turno mi congedava con l'aria di pensare: "Vai, vai, povero untorello, non sarai tu che spianti Milano". Eh, sono traumi che ti segnano. Io desideravo ardentemente ballare un "lento" con il ragazzo che mi piaceva, e desideravo ballarlo lì, in mezzo agli altri, nella "mia" discoteca, in mezzo al "mio" mondo. I desideri irrealizzati si infistoliscono, e non guariscono più; anzi, diventano manie, ossessioni. Quella ho imparato a tenerla a bada, ma non me ne sono mai liberato del tutto.
Adesso però non è più il "lento" mancato della mia giovinezza, che sogno. E' qualcosa di più estenuante e passionale, di più rapinoso e romantico: come un tango, appunto.

6 commenti:

creek ha detto...

Povere dame, tutte gasate ma non sapevano affatto qual'era la verità!!
Il tango cmq è un ballo moooltoo sensuale...
sapevi che il mio ex, quello della sicilia, è un ballerino??

non abbiamo mai ballato insieme...

Anonimo ha detto...

ogni passo di tango è "un morso alla vita" senti il suo respiro, il battito del suo cuore...il suo corpo e il tuo all'unisono salgono in cielo...Ale

Gan ha detto...

Creek, se è un ballerino non avresti MAI dovuto lasciarlo!

ALEEEEE, disgraziato, tu butti altra benzina sul fuoco! :P
(Cmq, a parte gli scherzi, bellissima la tua descrizione del tango!)

Anonimo ha detto...

Alcuni definiscono il tango come un atto sessuale in verticale. Non sapendo forse che il sesso si può fare benissimo anche in piedi.

Gan ha detto...

Hermes, per quanto ne capisco mi sembrerebbe, più che un atto sessuale , erotismo sublimato fra due persone allacciate in un contatto reso sensualissimo dalla musica, dall'atmosfera, dalla scansione del ritmo.

Rosa ha detto...

Caro Gan,
mi sa che presto pubblicherò un mio post sul tango, ti esorto a non considerarlo un plagio, ma casomai un cortese omaggio, nato dalla recente "visione" di una noche de tango...

Ne approfitto anche per ringraziarti del commento :)

Tina