mercoledì 16 marzo 2011

Festa fuori luogo



Mai capitato di partecipare ad una festa del tutto fuori luogo? Una festa che pur avendo validissimi motivi per svolgersi risulta sbagliata nel contesto, nell'organizzazione o nella localizzazione? Io sono molto contento che il nostro Paese festeggi questa sera l'anniversario della sua unione; e sono rimasto commosso nel vedere le case della mia cittadina paludate di tricolori molto più di quando si vinsero i Mondiali; e mi fa piacere in questo momento sentire la fanfara fin da qui, segno che il brutto tempo non è bastato a tenere a casa la gente.
Però diamine, i conti non mi tornavano. Il 17 Marzo 1861 Cavour proponeva al voto delle due Camere riunite del Regno di Sardegna un Disegno di Legge costituito da un unico articolo: "Il Re Vittorio Emanuele II assume per se e per i suoi successori il titolo di Re d'Italia". Angelo Brofferio, capogruppo della Sinistra parlamentare dalle forti simpatie repubblicane, minacciò di mandare a monte l'esito plebiscitario desiderato da Cavour, pretendendo che fosse inserita la frase: "per volontà del Popolo italiano". Dopo qualche schermaglia ritirò l'emendamento per non infrangere proprio in quel giorno il clima di concordia nazionale che sembrava crearsi.
Ma quel giorno fu solo l'inizio del Regno d'Italia, fra l'altro non più esistente dal 1946; Regno ancora incompleto, la cui effettiva unità fu raggiunta solo il 20 Settembre 1870 con la definitiva conquista di Roma. Certo, quel che conta è l'intenzione; ma festeggiare domani il centocinquantenario dell'Italia unita è storicamente scorretto e fuorviante. Si sarebbe dovuto festeggiare tra nove anni, insomma; e vedremo se all'epoca qualcuno se ne ricorderà.
Dice: "Embè? Cosa cambia? L'importante è che si celebri l'identità nazionale, le radici da cui veniamo, etc. etc". Cambia sì, perché la presa di Roma fu la definitiva sconfitta di quel Papato che si oppose strenuamente, e fino all'ultimo, al progetto di unificazione italiana, e che in seguito avversò e scomunicò tutti i cattolici desiderosi di impegnarsi nella vita politica del nuovo Paese; di quel Papato il cui attuale rappresentante, con notevole faccia di bronzo, vorrebbe prendersi un bel po' del merito di quell'Unità un tempo ferocemente combattuta. Invito a leggere questo gran bel pezzo di Malvino, in proposito.
Intendiamoci: chi ha esposto la bandiera alla finestra, beh, ha fatto bene lo stesso; però passata la festa la riponga con cura, che tra nove anni tornerà di nuovo utile.

1 commento:

Marco Boccaccio ha detto...

ma oggi non è l'anniversario dell'unificazione, bensì della proclamazione dello stato nazionale.
e del resto, l'unità completa si raggiunse nel 1918, magari con qualche esagerazione (il tirolo meridionale e parti della slovenia e della croazia che di italiano non avevano proprio nulla).
ben dopo il primo cinquantenario, cioè.
quelli che lo chiamano centocinquantesimo dell'unità d'italia sono dei mistificatori, al pari di quelli che sbraitano contro.