Un anno fa nella data di oggi terminava la vendemmia, e con essa la bislacca e tormentata storia con Enzo.
All'epoca mi dissi due cose: " E' stata la vendemmia più difficile della mia vita" e " Après lui le deluge" , convinto com'ero che gli sconquassi amorosi mi avessero reso ben più tormentose le fatiche consuete, e che il Destino non mi avrebbe mai più regalato quegli abbandoni fisici e sentimentali definitivamente archiviati in quel giorno. Non sapevo ancora, nè immaginavo, che di lì a qualche mese avrei incontrato l'Ingegnere della mia vita, e che con lui avrei vissuto altri abbandoni ancora più intensi, altri sconquassi ancora più devastanti e altre fini ancora più dolorose.
Ma a distanza di un anno ho imparato che i diluvi non sono mai abbastanza distruttivi, e soprattutto mai abbastanza definitivi; e che le brutte vendemmie possono essere seguite da vendemmie ancora peggiori.
Enzo si occupava d'altro, ma aveva terra, tanta terra: campi, vigne, oliveti che lui amava. Come me aveva l'anima contadina. Quando le cose fra noi andavano bene, insistette perchè piantassi alcuni olivi a casa mia: "Saranno le NOSTRE piante, saranno le NOSTRE vite, saranno le NOSTRE reciproche concrete presenze", diceva. Lo feci, otto giovani piantine. Lui fece altrettanto. Dopo un anno le mie piantine sono diventate bellissime e fronzute, sono andato a carezzarle proprio un istante fa prima di mettermi a scrivere. Tutte hanno dato frutto: quisquilie, non più di un paio di olive ciascuna. Ma l'hanno dato.
Così oggi voglio illudermi che tutte le cose belle donano sempre qualcosa di buono; e che dopo ogni diluvio arriverà sempre una colomba con un ramoscello d'olivo nel becco.
(Non prendentemi in giro, ma la colonna sonora è proprio questa canzoncina che a suo tempo adoravo)
All'epoca mi dissi due cose: " E' stata la vendemmia più difficile della mia vita" e " Après lui le deluge" , convinto com'ero che gli sconquassi amorosi mi avessero reso ben più tormentose le fatiche consuete, e che il Destino non mi avrebbe mai più regalato quegli abbandoni fisici e sentimentali definitivamente archiviati in quel giorno. Non sapevo ancora, nè immaginavo, che di lì a qualche mese avrei incontrato l'Ingegnere della mia vita, e che con lui avrei vissuto altri abbandoni ancora più intensi, altri sconquassi ancora più devastanti e altre fini ancora più dolorose.
Ma a distanza di un anno ho imparato che i diluvi non sono mai abbastanza distruttivi, e soprattutto mai abbastanza definitivi; e che le brutte vendemmie possono essere seguite da vendemmie ancora peggiori.
Enzo si occupava d'altro, ma aveva terra, tanta terra: campi, vigne, oliveti che lui amava. Come me aveva l'anima contadina. Quando le cose fra noi andavano bene, insistette perchè piantassi alcuni olivi a casa mia: "Saranno le NOSTRE piante, saranno le NOSTRE vite, saranno le NOSTRE reciproche concrete presenze", diceva. Lo feci, otto giovani piantine. Lui fece altrettanto. Dopo un anno le mie piantine sono diventate bellissime e fronzute, sono andato a carezzarle proprio un istante fa prima di mettermi a scrivere. Tutte hanno dato frutto: quisquilie, non più di un paio di olive ciascuna. Ma l'hanno dato.
Così oggi voglio illudermi che tutte le cose belle donano sempre qualcosa di buono; e che dopo ogni diluvio arriverà sempre una colomba con un ramoscello d'olivo nel becco.
(Non prendentemi in giro, ma la colonna sonora è proprio questa canzoncina che a suo tempo adoravo)
10 commenti:
Bellissimo post in un bellissimo blog...
Posso contro-linkarti, vero?
@ Edgar: certo che puoi, ne sono onoratissimo e ti ringrazio! Baci al TopO !
Ma che vita intensa, la sua!
Qua niente vendemmie, niente abbandoni, niente sconquassi e nessuna fine: come disse Queneau, "nel frattempo, viviamo di speranza e di tisana".
Più di tisana, però...
p.s.: quella della colonna sonora non è una "canzoncina", quindi perché dovremo prenderla in giro?
@ miss Marple: mica le vorremo buttar via le tisane, eh? Sono arte del vivere. Per la "canzoncina", la associo ancora ai miei turbolenti anni giovanili, quando la musica che ascoltavo era fatta "di ben altra pasta", come direbbe un personaggio celebre. Wuthering heights mi piaceva, ma non potevo dirlo ai miei compagni di ribalderie musicali e di pogo, sennò mi avrebbero letteralmente messo in croce. Fisime adolescenziali...
io non riesco a non adorare libro e canzone.
Per quanto riguarda il post la prima cosa che mi è balenata per la mente è stata:
dalle passioni autodistruttive ed inevitabili (canzone e libro) alla rielaborazione razionale (le piantine di olivo, che io adoro adorissimo).
Però perchè quelle cose che noi avevamo eretto a simboli dell'amore continuano a prosperare anche quando l'amore finisce? Dovrebbero morire insieme a lui, ecco. Anche solo per rispetto.
@ Simonchio: ahò, io su quelle piantine faccio affidamento per soddisfare in futuro l'intero fabbisogno oleico della parentela, e tu vorresti che mi seccassero? A disgraziatooo! A 'nfameeee! Vie' qua che te gonfio come 'e sise de Valeria Marini!
era tanto che non riuscivo a passare di qui...
è bello ritrovare e tue parole, anche se velate di malinconia.
Tanti Bacini, da stipare nella tana :)
Mi mancavi, sai?
Anche tu mi sei mancato :*
Bel post, davvero.
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