Nel profondo sud del mio profondo nord tutti i paesi che se la tirano da città hanno un breve viale di platani umbertini, tracciato da bisnonni ambiziosi ed infranciosati quando l' urbanistica si chiamava "ornato", ed era una cosa seria. Anche il mio paese ne ha uno, e poichè fu fatto per collegare al centro antico quella che un tempo era la periferia, va a finire che sotto le sue fronzute fronde e le sue fresche frasche ci passano un po' tutti, e che transitarci nelle ore diurne vuol dire avere la concreta possibilità di passare in rassegna l'intera cerchia delle proprie conoscenze. locali Lasciati i miei rustici declivi, anch'io ieri l'altro, di buon mattino, ne calpestavo le foglie accartocciate e non ancora rimosse, col passo reso veloce dall'incombere delle mie faccende; e anch'io ho dovuto soccombere al destino che si accanisce contro chi si avventura sotto il viale del platani.
Incontro Paolo, un coetaneo che abita in un paese vicino, ma che non vedevo da almeno dieci anni. Paolo è un gay tardivo, scopertosi ed accettatosi come tale proprio una decina d'anni fa malgrado la bella moglie e la figlioletta. Baci e abbracci. L'ho trovato molto ingrassato, ma con ancora la stessa faccia da bambinaccio impertinente che un tempo me lo rendeva così simpatico.
Sghignazzando mi racconta le sue traversie: il divorzio disastroso che gli è costato la florida fabbrichetta di famiglia; le delusioni amorose degli ultimi tempi; il suo risicato e solitario presente. Ad un tratto mi pianta un gomito nello stomaco e mi fa: "Ehi, ma guarda quello, che bestia!". Mi volto, e vedo solo un tipo basso e giovane , ormai di schiena, che cammina veloce lungo il viale.
"Seh, vabbè- dico io- bestia, poi! Manco fosse passato Evandro Soldati." "Scemooo! - risponde piccato- non dicevo lui, ma l'animale che portava in braccio, una bestia mai vista, stranissima!" "Si, si- taglio corto- ora calmati, è tutto a posto: era il chiuahua che stava portando dal veterinario". Parliamo d'altro, poi il congedo, altri baci , altri abbracci e appuntamento fra dieci anni.
Mollo Paolo, faccio pochi passi e non ti incontro la signora Artemia, indomita ed ottuagenaria fatina dai capelli turchini? Appassionata di arte, di archeologia e di storia locale, più che una vecchietta è un'istituzione: mi sequestra, letteralmente, per aggiornarmi in merito alle ultime ricerche, alle più recenti pubblicazioni, alle più imprevedibili scoperte. Passa un altro quarto d'ora abbondante, scandito dai miei "Oooh!" ed "Aaah!" di meraviglia alternati al suo torrenziale eloquio. Quand'ecco, quasi materializzandosi dal nulla, riappare quello della bestia, questa volta quasi venendomi incontro. Basta una nanosecondo per farmi realizzare che in vita mia non ho mai visto una creatura così bella: lui, non la bestia.
(Continuo un'altra volta, che adesso c'ho da fare)
Incontro Paolo, un coetaneo che abita in un paese vicino, ma che non vedevo da almeno dieci anni. Paolo è un gay tardivo, scopertosi ed accettatosi come tale proprio una decina d'anni fa malgrado la bella moglie e la figlioletta. Baci e abbracci. L'ho trovato molto ingrassato, ma con ancora la stessa faccia da bambinaccio impertinente che un tempo me lo rendeva così simpatico.
Sghignazzando mi racconta le sue traversie: il divorzio disastroso che gli è costato la florida fabbrichetta di famiglia; le delusioni amorose degli ultimi tempi; il suo risicato e solitario presente. Ad un tratto mi pianta un gomito nello stomaco e mi fa: "Ehi, ma guarda quello, che bestia!". Mi volto, e vedo solo un tipo basso e giovane , ormai di schiena, che cammina veloce lungo il viale.
"Seh, vabbè- dico io- bestia, poi! Manco fosse passato Evandro Soldati." "Scemooo! - risponde piccato- non dicevo lui, ma l'animale che portava in braccio, una bestia mai vista, stranissima!" "Si, si- taglio corto- ora calmati, è tutto a posto: era il chiuahua che stava portando dal veterinario". Parliamo d'altro, poi il congedo, altri baci , altri abbracci e appuntamento fra dieci anni.
Mollo Paolo, faccio pochi passi e non ti incontro la signora Artemia, indomita ed ottuagenaria fatina dai capelli turchini? Appassionata di arte, di archeologia e di storia locale, più che una vecchietta è un'istituzione: mi sequestra, letteralmente, per aggiornarmi in merito alle ultime ricerche, alle più recenti pubblicazioni, alle più imprevedibili scoperte. Passa un altro quarto d'ora abbondante, scandito dai miei "Oooh!" ed "Aaah!" di meraviglia alternati al suo torrenziale eloquio. Quand'ecco, quasi materializzandosi dal nulla, riappare quello della bestia, questa volta quasi venendomi incontro. Basta una nanosecondo per farmi realizzare che in vita mia non ho mai visto una creatura così bella: lui, non la bestia.
(Continuo un'altra volta, che adesso c'ho da fare)
6 commenti:
non tenerci sulle spine... vogliamo il seguito del racconto
Eh, n'attimooooo!!!!
no, il seguito del racconto non basta.
servono dettagli, prove fotografiche, e tutto il resto.
ovviamente a riguardo delle importanti novità della signora Artemia.
Quoto quanto scritto dai commentatori di sopra: ci dica tutto sul Bel Matòt e sulla Madama Artemia, che trovo già tanto simpatica...
p.s.: grazie, adesso conosco anch'io quel tale Evandro Soldati (certo che lei non se ne fa scappare uno...)
Dopo le chiacchiere del clone della Lollo in versione fata di Pinocchio, penso che chiunque ti fosse passato accanto poteva sembrarti una bella bestia.. Ma mi accodo all'attesa di prove fotografiche :D
O ragazzi, mi costringete ad un clamoroso coming out: il tizio che si arrabatta a scrivere questo blog è un vero cretino, calzato e vestito.
Quando è sopraffatto dalle emozioni, Agatone ed Efestione ( i due neuroni pelandroni che occupano la sua scatola cranica, e che si può permettere di chiamare per nome) entrano in sciopero. Come si intuirà dal prosieguo del racconto, sarebbe stato perfettamente normale, e direi quasi scontato, fare una foto al mustelide e suo relativo balio asciutto. Ma, appunto, i due fannulloni erano in sciopero. Serranda selvaggia, che ve devo dì?
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