Nel commento di un post precedente, SkarM si chiede: "chissa cosa ne esce fuori da una serata all together con tante belle bottiglie di buon vinello . Come si suol dire: "In vino veritas!".
La risposta la diede Dioniso stesso, quello che noi latini chiamiamo Bacco, circa duemilacinquecento anni fa per bocca del commediografo Eubulo.
La risposta la diede Dioniso stesso, quello che noi latini chiamiamo Bacco, circa duemilacinquecento anni fa per bocca del commediografo Eubulo.
"Tre coppe di vino, non di più, stabilisco per i bevitori assennati.
La prima per la salute di chi beve.
La seconda per risvegliare l'amore ed il piacere.
La terza per invitare il sonno.
Bevuta quest'ultima, il saggio se ne torna a casa.
La quarta non è più nostra, è fuori misura.
La quinta urla.
La sesta significa schiamazzi.
La settima, occhi pesti.
L'ottava, arrivano gli sbirri.
Nove, sale la bile.
Dieci: si è perso il senno, e si diventa bestie. "
(Va detto ad onor del vero che la coppa dell'epoca conteneva quasi mezzo litro di vino. Quindi, quando capiterà di venerare Dioniso all togheter, possiamo scolarci un paio di bottiglie a testa senza paura di essere radiati dal novero dei saggi bevitori!)
11 commenti:
insomma, tre coppe che sarebbero un litro e mezzo: io già a una sbarello! e poi mi sa che il vino degli antichi era assai più pernicioso...
@ marco: il vino dei greci e dei romani era potentissimo, più ancora dei nostri passiti. Ma lo si allungava regolarmente con acqua.
Nelle bevute collettive se ne occupava il simposiarca, che di solito faceva diluizioni abbastanza forti all'inzio della festa, riducendole sempre di più con il graduale scaldarsi dell'atmosfera. Il taglio del vino con l'acqua veniva fatto nel "cratere", il bellissimo vaso dipinto ed assai capiente che troneggiava in mezzo alla sala, dal quale poi la bevanda veniva attinta e somministrata mediante un mestolino.
io sono astemio...credo che dopo una sorsata potrei uscir di senno!!
Buono a sapersi, Josh! :P
Il bello degli astemi è proprio la possibilità di farli uscire di senno con poco o niente!
No, beh, adesso, due bottiglie a testa mi sembrano un po' tante, a meno che la cena non ci aiuti a reggerle ;)
Per il tuo vino è cosi buuuuonooooo :D
MAmma ancora si complimenta e io le ho razionato le bosse (bottiglie) :D
Personalmente, ho sempre pensato che non ci sia niente di meglio di un buon whisky. Quando ceno a casa preferisco il thè cinese.
@ Alexis Colby: pur amandolo, disapprovo l'uso del whisky nei conviti. All'antica come sono, lo preferisco come catalizzatore delle conversazioni post-prandiali. Una signora a Lei nota diceva, del resto, che "...le Champagne est la seule boisson qui laisse une dame belle après boire". Ottimo il thè cinese nei momenti di solitudine. Purchè preparato secondo il canone di Lu-Yu, con un'infusione lunga che estragga al massimo i polifenoli, smorzando l'effetto eccitante senza compromettere le proprietà stimolanti.
"sbirri"?!?!
Nell'antica grecia qualcuno aveva già inventato gli "sbirri"?!?!?!
Comunque sia, il caro Dionisio, come dice Josh, non ha considerato chi non beve...
Anch'io ho pensato la stessa cosa che ha scritto Potino mio bellissimo.
PS: che ci fa Alexis su questo blog? Lei è la MIA commentatrice personale, sono geloso!
@ Poto: eh, li avevano inventati sì, e li avevano chiamati fylaxoi.
Il "caro Dioniso" ne ha per tutti, comunque, anche per chi non beve: l'importante è ricongiungersi a lui mediante il rapimento estatico. Magari facendosi aiutare dal Falloforo, che nelle cerimonie iniziatiche non dovrebbe mancare mai.
Generalmente prediligo il Pai Mu Tan in solitudine ma anche deliziosamente accompagnata.
P.S.: farò finta di non aver letto un certo PS! :P
Posta un commento