martedì 6 ottobre 2009

Tanto di me


L'amico Marco mi conosce così bene, e conosce così bene le mie peripezie antiche e recenti, che non ho dubbi abbia pensato anche a me e alla mia storia quando ha scritto questo pezzo che rubo al suo blog e riproduco qui integralmente.

"Ci sono delle persone che sono capaci di un grande amore, ma questo amore non gli è dato manifestarlo perché, secondo l’opinione dei più, sarebbe indirizzato dalla parte sbagliata. Sarebbero dei compagni ideali per chi avesse avuto la fortuna di condividere con loro la vita; e sarebbero loro stessi felici e fortunati. Magari avrebbero potuto costruire insieme una vita, un lavoro, i viaggi, un’organizzazione anche economica e produttiva. una famiglia. Fosse andata in quel modo, sarebbero stati persone realizzate, più di tanti che, etero, legalizzati, accettati, sono però incapaci, alla prova dei fatti, di compiere il loro ruolo. Purtroppo però questa unione è resa impossibile, e questo amore viene sprecato, per il solo e semplice fatto che con un uomo non si può.

questo problema, questo dramma riguarda tutti noi, indipendentemente dalle situazioni personali: riguarda le possibilità negate, riguarda il diritto fondamentale a provarci, e vivere una vita di coppia, che agli etero è concessa e a noi no, nella stragrande maggioranza dei casi. E solo per un dettaglio: l’oggetto dell’amore, amore di cui ci si riempie la bocca quando è fatto come la maggioranza comanda, ma che è prontamente negato quando è tra due uomini o tra due donne. Un aspetto che nemmeno li riguarda questi censori in maschera, ma che vorrebbero sradicare come una mala pianta, come la degenerazione di ciò che senza contraddittorio considerano l’unica forma dell’amore vero. Senza chiedersi nulla, senza capire, e confondendo le idee a chi gli dà ascolto, come se poi anche tra noi non ci fossero (e sono tanti!) amori veri, profondi, e duraturi.

Siamo tutti coinvolti: anche fosse uno solo ad essere in questa situazione, sarebbe necessario lottare."

Certo, per quanto mi riguarda non posso addossare tutte le colpe al destino cinico e baro, o alla società cattiva ed insensibile, o al governo ladro: anzi, me ne guardo bene. Sono sempre stato abituato a confrontarmi con le mie responsabilità, e col tempo ho maturato nei confronti di me stesso un atteggiamento arcigno ed intransigente fino alla spietatezza. Ma devo anche ammettere che il microcosmo in cui scelsi di trascorrere la mia esistenza era ed è il meno favorevole alla realizzazione anche parziale dei miei sogni. Così c'è tanto di me, nello scritto di Marco: soprattutto nell'ucronia di ciò che avrei potuto essere, e che non sono; di chi avrebbe potuto essere parte di me stesso, e non lo è. Soprattutto nel profumo di felicità sognate e mai realmente possedute. Ma c'è dentro anche la storia di tutti, davanti alla quale il mio privato si confonde e si impasta con quello di tanti, di troppi altri. Anche per questo Leviatano irrisolto sarebbe necessario lottare.


9 commenti:

Anonimo ha detto...

confermo. ma prima del post in prosa, questo pensiero mi era comparso alla mente così: http://mb1116.wordpress.com/2009/10/05/ricchezza/
già pensando a te, ovviamente.

Rosa ha detto...

Che parole bellissime, sia quelle in prosa che quelle in rima (complimenti Marco, non avevo scoperto quest'altro tuo talento).
Tesoro mio, lo sai che se al mio fianco non ci fosse il mio Tino e se io fossi di tuo "gradimento" ti riterrei l'uomo perfetto per camminarmi accanto, anche con i tuoi antri buoi e la tua arcigna autocritica (secondo me un tantino eccessiva).
La fortuna vuole che io possa averti come amico e possa spronarti a combattere per l'amore, che meriti, più di tanti altri (etero per giunta!).
Lo sai che òa situazione degli omosessuali italiani (e non) mi rattrista profondamente, vorrei poter fare qualcosa di concreto per voi, o meglio per noi, perchè sono convinta che una società miope, ipocrita e crudele sia un male per tutti.

Joshua ha detto...

Marco ha scritto delle parole molto belle perchè sono quelle che tutti noi ci siamo detti nel nostro interiore almeno una volta...perciò grazie a lui per averle scritte così bene e grazie a te, mio adorato Gan, per averle condivise mescolandole al tuo vissuto.

Poto ha detto...

:'(

SkraM ha detto...

A volte non e' solo la societa che ci isola; a volte siamo anche noi che non ci amiamo abbastanza e ci autoisoliamo o pensiamo di vivere in un modo che non ci appartiene creando intorno a noi solo una finzione che finisce quando una volta rientrati a casa restiamo soli con noi stessi.

Io sono sempre stato solo, anche se non lo ammettevo, fino a che (seppur in "tarda" eta') non mi sono "accettato" come gay.

Frequentare un po quell'ambiente che ho sempre fatto finta non mi appartenesse e cercare di mantenere quelle amicizie che in questi due anni sono riuscito a creare grazie anche a Stefano ha fatto si che io mi sentissi finalmente meno solo

Non si puo stare sempre soli.

Un abbraccio al "piccolo" Gan :)

Pussyriot Beaverhausen ha detto...

Capisco che a volte le costrizioni sembrino insuperabili, però penso anche se uno vuole realmente qualcosa, fa di tutto per ottenerla. Anche perché la vita è solo una e il tempo non torna. Fare una cosa a 20 anni non è come farla a 30, e farla a 30 non è come farla a 40, ecc. Non so, magari pensa bene a quello che vuoi (e non è detto che sia così "lontano" da quello che hai già) e cerca di realizzarlo, meglio i rimorsi che i rimpianti...

Un bacio (in fronte, benedicente) ;-P

Dudù (Schimera Antonio) ha detto...

Eh, già... della serie: siamo tutti sulla stessa barca...

Ps: di chi sono questi calzini? altrimenti li butto in acqua!

Anonimo ha detto...

ah, per chi si fosse persa la risposta...
http://marcoboccaccio.wordpress.com/2009/10/07/lamico-gan/

Anellidifum0 ha detto...

Sigh.