La foto qui sopra gira da quanche tempo nella Rete, e ritrarrebbe il cadavere di una creatura mostruosa rinvenuta sulla spiaggia di Montauk, non lontano da New York. Il condizionale è d'obbligo, vista l'impressionante quantità di sòle reperibili in Internet. A dirla tutta, poi, mi sembra che il povero mostro abbia connotati anche troppo hollywoodiani e disneyani per non ritenerlo parto di Photoshop: a pensar male si fa peccato, ma si indovina.
Ogni volta che mi imbatto in questi rinvenimenti tanto eccezionali quanto sospetti, però, mi viene in mente una storia verissima e curiosamente sconosciuta ai più; anche ai cultori delle scienze fortiane che in teoria avrebbero il dovere di esserne al corrente. E' una storia vera, lo crediate o no: svoltasi alla presenza di migliaia di persone, e diligentemente e minuziosamente raccontata per iscritto da assennati testimoni oculari.
Circa 150 anni fa gli abitanti di Canale, paesone agricolo a metà strada fra Alba e Asti, furono svegliati nel cuore di una notte estiva da un rumore simile ad un'esplosione. Molti lo ritennero il fragore di un tuono, e non ci fecero caso. Alcuni tiratardi, invece, notarono che il botto fu preceduto da una lunga scia luminosa. Spinti dalla curiosità, l'indomani andarono ad ispezionare il luogo , e videro l'incredibile. In un cratere cosparso di rottami giaceva una creatura mostruosa, ancora viva ma quasi immobile. Corsero ad avvisare i compaesani, e ben presto un fiume di persone si riversò sul teatro dell'inesplicabile vicenda. Bisognava farsi largo fra la folla che si accalcava attorno al cratere mandando grida di spavento, di sorpresa o di ribrezzo, ma alla fine la fatica era ripagata dalla visione dell'essere misterioso.
Più grande di un uomo, e molto più robusto, aveva la testa grandissima e rotonda, senza collo, con occhi sferici molto sporgenti , bocca molto larga e senza labbra; la pelle squamosa, gli arti corti e tozzi. Sembrava lacrimare copiosamente, e la pelle stessa sembrava secernere un liquame viscido che colava e stillava sulla terra smossa
Respirava affannosamente, emettendo di tanto in tanto un verso simile ad un sibilo acutissimo, lancinante, che si poteva sentire fin dalle colline vicine. Il popolaccio lo battezzò subito "er babi", che nell'idioma locale significa "il rospo". Naturalmente furono avvertite le Autorità, che non seppero far di meglio se non mandare un contingente di Regi Carabinieri per disciplinare il grande afflusso di curiosi e prevenire disordini. Furono anche interpellati eruditi e naturalisti della zona, i quali non seppero che pesci pigliare per spiegare lo straordinario fenomeno, e finirono per accapigliarsi fra di loro.
L'agonia del babi durò un paio di giorni, costantemente vigilata dalla folla dei curiosi ; e un altro paio di giorni il cadavere fu lasciato nel cratere. La sua putrefazione, accelerata dalla canicola estiva, sprigionava un lezzo ammorbante, ed il sindaco del paese diede ordine di bruciarlo in situ , di cospargere la fossa con abbondante calce viva e di colmarla con pietre e macerie.
La memoria dell'incredibile evento non andò perduta, e ancora oggi fa parte della tradizione orale del paese. I testi scritti, per contro, si limitarono all'asciutta descrizione del fatto.
Più volte ho tentato di ricostruire, sulla loro scorta, la fisionomia dell'essere misterioso: per sdrammatizzare direi che poteva assomigliare alla foto qui sotto, ma credo che più probabilmente sembrasse uscito dalle visioni di Hyeronimus Bosch.
Ogni volta che mi imbatto in questi rinvenimenti tanto eccezionali quanto sospetti, però, mi viene in mente una storia verissima e curiosamente sconosciuta ai più; anche ai cultori delle scienze fortiane che in teoria avrebbero il dovere di esserne al corrente. E' una storia vera, lo crediate o no: svoltasi alla presenza di migliaia di persone, e diligentemente e minuziosamente raccontata per iscritto da assennati testimoni oculari.
Circa 150 anni fa gli abitanti di Canale, paesone agricolo a metà strada fra Alba e Asti, furono svegliati nel cuore di una notte estiva da un rumore simile ad un'esplosione. Molti lo ritennero il fragore di un tuono, e non ci fecero caso. Alcuni tiratardi, invece, notarono che il botto fu preceduto da una lunga scia luminosa. Spinti dalla curiosità, l'indomani andarono ad ispezionare il luogo , e videro l'incredibile. In un cratere cosparso di rottami giaceva una creatura mostruosa, ancora viva ma quasi immobile. Corsero ad avvisare i compaesani, e ben presto un fiume di persone si riversò sul teatro dell'inesplicabile vicenda. Bisognava farsi largo fra la folla che si accalcava attorno al cratere mandando grida di spavento, di sorpresa o di ribrezzo, ma alla fine la fatica era ripagata dalla visione dell'essere misterioso.
Più grande di un uomo, e molto più robusto, aveva la testa grandissima e rotonda, senza collo, con occhi sferici molto sporgenti , bocca molto larga e senza labbra; la pelle squamosa, gli arti corti e tozzi. Sembrava lacrimare copiosamente, e la pelle stessa sembrava secernere un liquame viscido che colava e stillava sulla terra smossa
Respirava affannosamente, emettendo di tanto in tanto un verso simile ad un sibilo acutissimo, lancinante, che si poteva sentire fin dalle colline vicine. Il popolaccio lo battezzò subito "er babi", che nell'idioma locale significa "il rospo". Naturalmente furono avvertite le Autorità, che non seppero far di meglio se non mandare un contingente di Regi Carabinieri per disciplinare il grande afflusso di curiosi e prevenire disordini. Furono anche interpellati eruditi e naturalisti della zona, i quali non seppero che pesci pigliare per spiegare lo straordinario fenomeno, e finirono per accapigliarsi fra di loro.
L'agonia del babi durò un paio di giorni, costantemente vigilata dalla folla dei curiosi ; e un altro paio di giorni il cadavere fu lasciato nel cratere. La sua putrefazione, accelerata dalla canicola estiva, sprigionava un lezzo ammorbante, ed il sindaco del paese diede ordine di bruciarlo in situ , di cospargere la fossa con abbondante calce viva e di colmarla con pietre e macerie.
La memoria dell'incredibile evento non andò perduta, e ancora oggi fa parte della tradizione orale del paese. I testi scritti, per contro, si limitarono all'asciutta descrizione del fatto.
Più volte ho tentato di ricostruire, sulla loro scorta, la fisionomia dell'essere misterioso: per sdrammatizzare direi che poteva assomigliare alla foto qui sotto, ma credo che più probabilmente sembrasse uscito dalle visioni di Hyeronimus Bosch.
7 commenti:
Non ci credo assolutamente, sono fin troppe le bufale che girano nella rete..
Omoeros, però al "babi" credici, mi raccomando. Non fosse altro perché non è una notizia che gira in rete. Anzi, credo di essere il primo ad avercela messa.
Che paiura.. :)
ciao bel babi :*
I babi, o rospi che dir si voglia, quando vengono baciati da una leggiadra creatura si trasformano in principi. Ehm...se qualcuno volesse provare mi faccia un fischio!
Ma và! non crederò mai a queste cose!
Creek, il mostro di Montauk è un tarocco, il Babi di Canale è storia vera, documentata ed accertata. In essa l'unica cosa incerta è la spiegazione scientifica, che all'epoca i testimoni del fatto non erano in grado di dare, e che resero impossibile anche ai posteri distruggendo i resti della creatura misteriosa.
Io!
Io!
Io!
:*
:*
:*
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