mercoledì 25 giugno 2008

no tie


Il dernier cri della moda maschile è talmente categorico che La Stampa gli ha dedicato, giorni fa, un intero paginone: basta cravatte, cravattini e papillons. L'anno che verrà vedrà la consacrazione del petto virile , anzi, della sua parte alta ai confini del collo. Per valorizzarlo ed enfatizzarlo adeguatamente, signori e giovinotti saranno obbligati ad indossare camicie sbottonate e generosamente aperte , e al tempo stesso a curare con oculatezza le produzioni pilifere della parte in oggetto, tollerate solo se sapientemente e drasticamente coltivate come i giardini di Versailles. Ovviamente le masse muscolari così evidenziate dovranno presentarsi al massimo grado di tonicità, ça va sans dire. I guru della moda con me sfondano una porta aperta: non tanto perchè sono un estimatore del collo virile e delle aree pettorali connesse; piuttosto perchè la cravatta non la porto, e non la indosserei nemmeno dovessi andare in udienza dal Papa, o prestare giuramento in qualità di primo ministro della Repubblica. Quindi dall'anno prossimo sarò trendy senza dover manco alzare un dito, nè essere costretto a rinnovare il guardaroba o a donare il parco-cravatte alla Carithas diocesana. Un miracolato dai capricci della moda. Ma lo confesso: la cravatta mi piace molto se indossata spigliatamente da ragazzi giovani come nell'esempio sotto riportato. E mi pare valorizzi egregiamente l'oscuro oggetto dei miei desideri. Insomma, è la vecchia storia del vedo-non vedo: spesso ciò che si intuisce, si immagina e si pregusta finisce di essere più attraente e seducente di quanto sfacciatamente squadernato ed esibito.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oh, ma no.
A me la cravatta piace, la trovo elegante, al contrario dell' apertura a V che fa molto, ma molto tamarro.